Costo industriale del lavoro, Italia, 2022.

In una fase storica dove l’inflazione nel nostro Paese c’è, ma NON è responsabilità dell’azione della Bce che dal 2015 al 2019 ha stampato 80 miliardi/mese per evitare il fallimento dell’Italia (è un’affermazione pubblica del Mario Draghi) si scoprono tutti i costi in eccezionale salita. Che strano accorgersi dei costi in ascesa quando ne abbiamo uno che è sempre stato eccezionalmente alto: IL COSTO DEL LAVORO.

E’ giusta la lamentela del cittadino per i rincari d’energetici, alimentari e altro, ma questi poggiano già su un dato di base al quale siamo tutti abituati: il costo pubblico d’assunzione di una persona nel privato.

In Cina questi problemi non ci sono: il costo del lavoro è di 5 dollari/ora, era di 2 $ anni fa.

In Germania il costo del lavoro ammonta a 32 euro/ora mentre in Italia è a 26.

Queste enormi differenze tra culture, quella comunista-cinese e la democratica-occidentale, espongono un differenziale di civiltà che tutti conosco, ma nessuno vuole effettivamente considerare.

Riflettendoci bene, comprare un “made in China”, conoscendo la differenza di civiltà, è un atto sacrilego e d’offesa (autolesionismo) per noi tutti.

Entrando nel merito italiano emerge, grazie a uno studio della Confindustria del 2019, un soglia di non fiscalità fino a una contribuzione di 780 euro mensili.

A partire dai 780 euro netti mese c’è una poderosa impennata dei corrispondenti impegni d’assumere da parte dell’azienda.

Sintetizzando e rendendo comprensibile l’argomento, a partire dai 780 euro è vero che il dipendente non paga tasse, ma l’impresa comunque deve la contribuzione per oneri sociali.

Ne consegue che con una busta paga da 780 euro, l’impresa versa 1.360 euro di contributi!!!!

Affinchè l’intero quadro possa essere completo conviene immaginare un triangolo:

A) estremo (punto) sinistro: paga a 780 euro, costo sul lavoro pari al +74%

B) punto apicale del triangolo, in alto, con una paga annua a 31mila euro lordi serve metterci sopra: 32% di tasse da parte del lavoratore che contribuisce anche per il 14% alla sua posizione assicurativa. Sul tutto si aggiunge il 61% dell’azienda per oneri sociali. Complessivamente, la somma vale il 107% dei 31mila iniziali.

C) Infine il terzo e ultimo punto dell’ipotetico triangolo: un netto mensile al lavoratore di 3mila euro. In questo caso il ricarico complessivo è del 144%

 

Non è possibile dimenticare un ringraziamento alla Confindustria per i suoi studi.