Psicopatologia della vita quotidiana. Commento al testo di Sigmund Freud.

PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANATesto di Sigmund Freud – 1901
APPUNTI del prof Giovanni Carlini

Psicopatologia della vita quotidiana è pensato e scritto gli anni dal 1897 al 1901. E’ il periodo in cui Freud è più intensamente impegnato. Infatti scriverà anche L’Interpretazione dei sogni, la sua opera maggiore, terminata nel 1899. Prendendo in considerazione delle mie personali osservazioni al libro, lo trovo noioso e semplicistico. Nonostante ciò va considerato necessario per capire meglio e di più sulla menta umana e la cultura.

Annotazioni iniziali su libro e al periodo in cui ho letto il testo.
1) 22 marzo di un anno qualsiasi. In sala professori ho osservato quanto fisico sia il rapporto tra i prof e i diversi minori incapaci loro affidati. La comunicazione fisica è “comunicazione”, ovvero un sistema di trasmissione dati, parallelo a quello verbale e istintivo.

2) Avendo riconosciuto che il trasferimento delle emozioni segue processi verbali, fisici e empatici, la completezza comprende i 3 sistemi. La maturità richiede 3 diverse modalità di comunicazione. Si nota però come questi “sistemi” presentino una forte ridondanza l’uno sull’altro. La ridondanza è ben diversa dalla complementarietà. La ridondanza comporta aperta e voluta sovrapposizione tra sistemi per assicurarne un parziale successo. Infatti si parla e ci si muove con una mimica che da senza al comunicato.


3) Nella vita ci sono degli atti da percorrere obbligatoriamente per un’esistenza piena. Far l’amore. Nascere e morire. Mangiare. Tradire, etc..  Sigmund Freud è uno di questi passaggi anche se richiede una traduzione estrapolando dalla sua nevrosi.

4) Freud è un nevrotico, ovvero un malato e come tale va trattato. Si rammenti però anche la schizofrenia geniale del premio Nobel per l’economia a John Nash.

In entrambi gli studiosi ci sono ampi spazi di genialità. Senza questi geni e giganti del pensiero, non avremmo ora nuove visoni per tradurre la realtà. In particolare, tra Nash e Freud emergono fatti nuovi.

Più o meno la psicanalisi va considerata come un metodo d’indagine tra i molti “al servizio” dell’umanità. Nel caso di John Nash, invece, si perviene all’indefinitezza della realtà (teoria dei giochi). Significa proseguire un discorso già iniziato nel Rinascimento. L’obiettivo è lo spostamento (uno sfratto) di Dio dalla centralità della nostra vita. Dio perde la D e lascia l’IO. Sotto questo punto di vista si coniuga Nash con Freud.

Dal “tutto ordinato”, siamo scaduti nel caos delle più diverse singole umanità. Questo stato di confusione strutturale (vedi anche Galilei che sostituisce Copernico) ci ha avvantaggiati? Siamo migliori adesso che ci troviamo soli, dopo aver perso l’immanenza paterna di Dio? Non è questa la sede per meditare su un dramma di tale portata ma sicuramente lo spunto c’è.

Capitolo 3

Nel capitolo 3 si affronta il fenomeno del “dimenticare”. Si scorda in riferimento al modo come è stato immagazzinato in memoria il ricordo. Non si tratta di un formale ragionamento teorico. In realtà l’indagine è estesa al meccanismo di lavoro della memoria. TUTTO IL CAPITOLO RUOTA INTORNO A UN CONCETTO. I CASI STUDIATI HANNO IN COMUNE UN ASPETTO. IL RICORDO DIMENTICATO O DEFORMATO E’ POSTO IN COLLEGAMENTO A UN PENSIERO INCONSCIO. E’ DA QUI CHE PARTE L’EFFETTO CHE SI MANIFESTA COME DIMENTICANZA. In pratica dimenticare è un’azione voluta e determinata, non un caso. L’autore scrive, trovo quasi regolarmente che il nome sottratto è in relazione a un argomento che m’interessa da vicino.

Il passaggio che segue è propedeutico per giungere al cuore del messaggio di Freud. Emerge la scoperta di una triangolazione tra Io-sé-super Io. Siamo in una quarta dimensione comportamentale.

Allargando la visuale non descritta nel libro, si COLLEGA LA SCOPERTA DELL’IO AL PERSONALISMO E INDIVIDUALISMO. SONO PASSAGGI OBBLIGATI PER L’EPOCA MODERNA. DA QUI SI ARRIVA ALLA PATOLOGIA MODERNA. SPUNTA IL NICHILISMO. IL DRAMMA DELL’ERA CONTEMPORANEA.

Cito frasi che mi restano in mente: il “perdonare” è una presunzione lasciata a Dio. Quindi: Dio creò l’uomo secondo la propria immagine. E’ anche vero che l’uomo ha creato un Dio secondo la propria immagine

Per Freud ogni dimenticanza è motivata da una causa che cancella un aspetto non piacevole. Nel mio caso invece questo non è vero. Io non ricordo i nomi degli studenti perché per me sono una classe. Questo però denota un eccesso di sintesi che è il motivo del mio successo. Gli editori e le aziende mi chiamano proprio perché sintetizzo concetti complessi. Nel mio caso, la struttura d’analisi proposta dal testo diventa non applicabile.

La personalizzazione sulla propria esperienza del testo di Freud non è tanto una mia fisima. Nell’introduzione è scritto:il lettore è indotto a verificare sul di sè il tipo d’interpretazioni prospettato da Freud.

Capitolo 4

Il concetto di “ricordo di copertura”. Tutto parte dalla comparazione tra la memoria dei bimbi e gli adulti. Nei primi la relazione è associativa. Vediamo di fare un esempio. MI RICORDO CHE TI AMO PERCHE’ TI BACIO. MI RICORDO CHE HO FAME PERCHE’ SENTO UNA REAZIONE NELLO STOMACO. Forse l’ultimo esempio introduce un concetto di sensibilità-reazione ma il primo lo trovo drammaticamente reale. SI AMA PERCHE’ SI FA L’AMORE, NON PERCHE’ SI SENTE. QUESTO NON VUOL DIRE AVERE UNA DINAMICA FISICA, MA SENTIRSI FISICAMENTE “sconvolti” DALL’AMORE.

Emergono concetti quali:

– la manifesta disfunzione della memoria;

– il ruolo della memoria nei processi mentali nevrotici

– l’oblio, momento in cui la memoria non riproduce quel che correttamente andrebbe ricordato. Al contrario si crea un sostituto al ricordo.  Nota personale: temo l’oblio! Scordo facilmente i nomi delle persone e dei luoghi geografici. Non dimentico mai un ragionamento.

Bello il passaggio preoccupato di Freud: noi accettiamo il fatto dell’amnesia infantile. Ovvero la dimenticanza di ricordi relativi ai nostri primi anni di vita, con eccessiva indifferenza. Trascuriamo di vedervi uno strano enigma. Non dimentichiamo di che elevate prestazioni intellettuali e di sia capace un bambino di circa 4 anni. Ci dovremmo stupire che la memoria, conservi ben poco dei primi anni.

All’oblio dell’infanzia, aggiungo io, si somme quello della senilità; curioso abbinamento.

Tornando sul metodo per ricordare, Freud spiega quanto il bimbo leghi il ricordo a se stesso sulla scena. Al contrario l’adulto rammenta l’avvenimento a sé stante .

Capitolo 5

Meringer e Mayes nel 1895  studiano per la prima volta lapsus verbali e di lettura.
Ricordare il “contenuto orinino” per l’Interpretazione dei sogni (1899)

Capitolo 7

Citazione: Nessuna teoria psicologica è riuscita a spiegare il fenomeno del ricordare e del dimenticare. Oggi forse il dimenticare ci è diventato più enigmatico del ricordare. Lo studio del sogno e degli eventi patologici ci ha insegnato che può riemergere improvvisamente nella coscienza quanto dimenticato.

Simpatica la storia della diagnosi errata, per cui Freud ha dimenticato tutto del paziente. In realtà l’autore non dimentica nulla. Freud riorganizza la memoria in forma da ricevere segnali d’allarme generali e non specifichi dal singolo caso.

Il libro prosegue su questa impostazione con ulteriori approfondimenti ma il senso è ormai stato descritto.
Buona lettura.