Proposte pratiche per gestire l’ultima commessa di Stato relativa a 3 milioni di banchi scolastici.

Come noto lo Stato sta cercando 3 milioni di banchi per la scuola che siano monoposto. La risposta da parte delle imprese è stata molto deludente. Forse solo 75mila banchi saranno pronti per metà settembre. Con questi dati nasce un’idea alternativa non sulla sostanza della fornitura, ma sul modo di gestirla.

Essendo le scuole equamente sparpagliate per lo Stato, stabilendo un prezzo standard per Regione, che siano direttamente gli istituti ad interessare i falegnami di zona.

In 20 Regioni ci posso essere 20 prezzi diversi. Gli istituti scolastici pubblici, nella sola area milanese sono ben 2.500. Lo Stato, pretendendo un unico interlocutore nello svolgimento del contratto, si limita nelle possibilità con le quali entra in contatto. Ciò significa che sono sempre gli stessi e i soliti i fornitori dello Stato; che peccato!

Ecco che qui nascono proposte operative per l’Italia.

Quanti sono i falegnami d’Italia? Francamente non lo so, ma immagino ci siano forse 1 milione di botteghe di falegnameria.

Inoltre esistono anche stabilimenti industriali con all’interno reparti di falegnameria.

Perché non far lavorate tutti a un prezzo fissato per Regione? 

Qualcuno, commentando questo studio, spiega che tanti fornitori farebbero lievitare i costi di gestione del contatto. Non sono di questo parere e lo affermo dopo 20 anni di gestione di contratti pubblici. In realtà chi deve lavorare di più è l’Ente che ha bandito la gara ma, anche a questo c’è rimedio.

Affidando alle singole Scuole “il lotto” di spesa che le riguarda, restando in prezzo stabilito per area geografica, si raggiunge il falegname di quartiere. Ecco dove una commessa di Stato diventa MOLTIPLICATORE DI BENESSERE PER LA NAZIONE ALZANDONE IL PIL. Non si tratta di concetti molto complessi, serve solo una cultura di gestione della cosa pubblica che chi è al governo oggi, non ha maturato.