Posizione critica verso e contro il significato politico del 25 aprile in Italia vuol dire uscire nettamente dal coro.

Essere diffidenti/ostili al 25 aprile italiano, non vuol dire affatto essere fascisti.

Francamente e in tutta onestà, il fascismo è “morto” per suicidio politico.

L’inadeguatezza nella gestione della Nazione da parte del Partito Fascista e del suo vertice, sono talmente ampie e gravi, da chiudere senza appello quell’esperienza politica.

Liquidato il fascismo, senza tanti complimenti, non viene neppure riabilitato lo Stato liberale!

il fascismo è ormai un qualcosa da “soldatini” per quanto mi senta genuinamente di destra ovvero di uno studioso che crede nella priorità dell’individuo sullo Stato.

I liberali hanno avuto il grave difetto di “appropriarsi dello Stato” come se fosse “cosa loro”, custodi del Risorgimento.

In quest’azione d’appropriazione indebita dello Stato, i liberali (custodi del Risorgimento) hanno tenuto fuori cattolici e socialisti, quindi in fondo “gli italiani”.

Colpevoli i liberali di una visione gretta e limitata e altrettanto colpevoli i fascisti per carenza d’idee, non si salva neppure la Repubblica Italiana.

Il 25 aprile è stato sempre monopolizzato dalla sinistra italiana.

Ne consegue che il 25 aprile/1° maggio è una “loro” festa, di quelli che sono a sinistra. Chi non è di sx s’astiene e estranea da questi eventi.

La posizione critica al 25 aprile diventa micidiale quando si riscontra in questa “festa” quella di una parte della Nazione sull’altra.

Perseverare con i partigiani e la caratterizzazione politica della festa della liberazione, scava sempre di più un fossato tra chi ha vinto e perso.

In tutta onestà, pur non essendo fascista, non sono certo se trovandomi al nord, l’8 settembre non avrei militato per la RSI.

E’ veramente difficile essere certi che in quella situazione, vissuta nel 1943, ci si sarebbe schierati da una parte o dall’altra.

Dalla frattura sociale e storica che il 25 aprile continua a celebrare anno dopo anno emerge la disaffezione al fisco, al voto, al rispetto istituzionale.

Il 25 aprile celebra la crisi di una società che spaccata resta tale producendo di meno rispetto agli altri nella Ue e tagliando le stime per il futuro.

Ha un futuro una società spaccata?

Verso il 25 aprile e bestialità di questo genere la posizione non può che essere di grave critica con intento distruttivo.

Il 25 aprile va cancellato come festa di tutti per restare realtà di pochi e di un clan ben preciso.

La critica al 25 aprile coglie anche la Repubblica che anziché fondarsi sulla concordia nazionale resta settaria e di una parte contro gli altri.

Il caso italiano, l’anomalia italiana nasce da qui.

Posizione critica al 25 aprile? è dir poco!