Il non voto esprime non valore e senso della civilità. Un immaturo.

Il non voto, ovvero il non recarsi a votare, è un segnale d’immaturità. Non ci sono alternative o altre valutazioni da fare. E’ immaturo chi non vota pur potendolo fare. L’argomento si chiude qui senza appello. Chiarito che siamo nell’area dell’immaturità, c’è da porsi se stiamo anche entrando nella patologia comportamentale, ovvero nella devianza. Nel caso non si fosse compreso, il quadro di giudizio di un non votante, peggiora notevolmente, ipotizzando che sia anche un malato oltre che un immaturo.

La malattia è una forma di alterazione dello stato normale fisico e mentale. Chi è normale e cos’è la normalità? Nella sociologia della devianza si considera “normale” chi è in linea con la legge e il comportamento collettivo. Ovviamente questa definizione è veramente limita! Nel senso  morale e filosofico, è normale chi si ritrova nelle leggi di Dio. Anche questa descrizione è “chiusa” ma si avvicina a un concetto fondamentale. La normalità possiamo considerarla la fedeltà a un principio che non necessariamente dev’essere sociale o condiviso. E’ normale una persona “integra” tra valori e vita.

Il non voto potrebbe essere segnale di un rinnovamento sociale e culturale? Detto in altre parole, non votare potrebbe essere un segno della maturità dei tempi? Credo di NO, questa ipotesi va esclusa categoricamente. Va esclusa perchè in DEMOCRAZIA il non voto esprime la non partecipazione, che avrebbe senso in una DITTATURA dove la risposta è diversa e più dura.

Colui che non vota, cerca solo un distinguo esibizionistico per farsi notare nel gruppo sociale. Indica un rifiuto per sentirsi “superiore” in una nullità di giudizio. In pratica non sapendo scegliere, “rifiuta”. E’ puro tatticismo adolescenziale. 

Quali conseguenze applicare a chi diserta le urne? Certo un aumento delle tasse da pagare del 15% non sarebbe diseducativo!