Natale uguale shopping è un’eguaglianza così triste. L’inganno.

Natale uguale shopping è un’uguaglianza nota a tutti, senza però pensarci sopra. Del resto ogni occasione è valida per “festeggiare”, quindi perchè rovinarsi “la festa”? Questo è vero, tranne quando tutta la vita è una festa! La critica alla festa permanente deriva osservando una superficialità enorme nelle persone. La prova? valutiamo lo spessore e la profondità dei sentimenti nella società globalizzata. Si tratta di uno “spessore” così sottile! Infatti stiamo vivendo anni con il 42% di divorzi tra coppie coniugate (dato ISTAT) e il 60% d’abbandoni nella coppie non coniugate (dato stimato). Non sono forse segnali importanti d’immaturità nei sentimenti?

La festa con questi dati è ormai rovinata! Peccato, non è questo lo scopo di tale riflessione.

Il concetto è un altro. Vuoi vedere che Natale uguale shopping sia una finzione commerciale per giustificare uno spendi e spandi a vantaggio dei negozi? In questo pensiero non stiamo ponendo il consumatore contro il negoziante e viceversa. Entrambi sono vittime di una cattiva interpretazione di un deficit da sentimenti.

L’albero di Natale in casa, non vale come simbolo di presenza ben piantata nella famiglia di un sentimento, ma come luogo per accumulare “regali”. Un albero di Natale senza regali, di fatto nell’attuale società, ha perso il senso del messaggio natalizio. In una situazione dove il messaggio di rigenerazione dai nostri peccati è diventato “shopping”, qualcosa non quadra. Sopratutto non quadra l’esortazione “disperata” al consumo. Ecco da dove emerge il concetto “d’inganno”.

A questo punto è corretto pensare che Natale uguale shopping sia una fregatura tesa a rendere ancor più sterile la vita delle persone. Si potrebbe affermare che, riducendo la quota di consumo e regali “da fare” a Natale, si possa stare meglio anzichè peggio come apparentemente creduto. Mi rendo anche conto che quanto qui espresso è un pensiero “sovversivo”.