Mafia e l’aver commesso un reato da un cittadino comune. Oggi mischiati.

Mafia e vita normale. Sono termini che si trovano oggi mischiati e confusi dalla nuova legge appena varata. Di che cosa stiamo parlando? Il governo italiano ha varato una legge sotto l’influenza di molti magistrati antimafia in politica. Che questi signori siano anche politici, in effetti si potrebbe discutere. Il problema però è più grave. Abbiamo dei magistrati in politica, che impongono una loro visione molto particolare sul nazionale. Per questa gente (chissà perchè in massa nel partito di sinistra detto “Pd”) c’è un’equivalenza e costanza tra reati di mafia e la vita normale del cittadino. Mi spiego.

Il cittadino normale (noi tutti) commettiamo dei reati senza volerlo fare. Ad esempio, con le nuove leggi, fare un bonifico ai figli è riciclaggio. Solo andando dal notaio (spendendo 3.500 euro per un atto pubblico) si possono dare soldi ai figli. Il riciclaggio permette il sequestro del denaro sul conto. Il reato di riciclaggio rientra nel perimetro della mafia. Questa è la legge di oggi. Forse andrà bene a qualcuno, ma ritengo ci sia qualcosa che non funzioni. Il tutto pare ideologicamente orientato. Ecco cosa vuol dire fisco & politica. Chiaramente il partito di sinistra detto “Pd” (in realtà una “cosa”, diciamo anche un’espressione politica”) va alla sua Caporetto elettorale nei primi mesi 2018.

Perchè è accaduto questo? L’estensione del reato di mafia, con annesse conseguenze a dismisura, rientra in un filone di pensiero. Si tratta di una visone giustizialista tipicamente di sinistra. Quella stessa che nella Rivoluzione francese del 1789 ha spinto all’uso della ghigliottina per il controllo della piazza. Un modo per scaldare il furore popolare che si è saputo governare, a proprio favore. La storia stessa insegna però, che poi la piazza vuole anche il sangue del carnefice. Questo il Pd non l’ha ancora capito avviandosi all’estinzione.