Louis Dumont è stato un antropologo francese molto influente sulla sociologia moderna.

L’autore si è particolarmente concentrato sulla nascita della personalità e dell’individualismo.

Studiarne i diversi passaggi riempie l’animo di gioia.

Louis Dumont (1911-1998) tra le molte domande che si posto c’è una, in particolare che affascina: la personalità e l’individualità, aspetti così importanti nei nostri comportamenti, da dove emergono? Quando è nata la personalità? Purtroppo argomenti di questo tipo restano sempre limitati agli addetti ai lavori, quando in realtà dovrebbe essere letti da tutti. Come facciamo a spiegare ai malati di Parkinson che non bastano le medicine per curare un male che li uccide anzi tempo senza avere un terreno comune di riflessione? Perchè e come dovremmo ottenere dagli studenti più idee e concetti se neppure il senso della personalità viene loro spiegato e condiviso? Addirittura nella logica di coppia quando si riconosce alla sessualità un linguaggio che spiega (ogni giorno) l’indispensabilità del partner (considerando sessuale anche cosa si indossa e i colori scelti, oltre alle scollature e calzature) di cosa discutiamo se neppure sappiamo se siamo dotati o no di personalità?

Chi ha personalità? Si tratta di un argomento così profondo e intenso che passa inosservato sotto il naso e l’attenzione di tutti. Spesso si afferma che i malati di Parkinson come tutti coloro soggetti a una lunga durata nel tempo alla malattia, sono degli “incazzati sociali”, praticamente invidiosi di un mondo che comunque prosegue a vivere incurante del loro dramma, scatenandosi in particolar modo sul partner, mai educato a modificare il suo comportamento in presenza del dolore. E’ vero, sono parole sacrosante, però basta solo affermale per scatenare un diluvio universale. E’ il caso della nota teoria sociologia alla cura del dolore e al Parkinson nota come THE PRISONER OF PARKINSON. Perchè accade questo? “Semplice” nessuno ha realmente indagato sull’origine e natura del concetto stesso di personalità e di individualità da considera entrambe come un fatto proprio, acquisito e capito. Abbiamo un esercito di gente che parla, blatera, pretende, afferma, dice, però dove si è formata (se si fosse realmente conclamata) la personalità? Nessuno ha letto Louis Dumont. IL GUAIO E’ CHE MOLTE PERSONE NON HANNO PERSONALITA’ SCIMMIOTTANDO COMPORTAMENTI ALTRUI. E qui si apre una tragedia tutta umana. 

La domanda da porsi con urgenza e in tutta onestà è: sono dotato di personalità si o no. Oppure, ho una personalità in evoluzione? Attenzione che di donne e uomini privi di personalità ce ne sono veramente “un esercito” e qui, queste parole non servono per additare alcuno, ma per risvegliare un’attenzione verso se stessi nel tentativo di definire, completare, lanciare, costruire una PERSONALITA’ che non vuol dire rigidità, al contrario, capacità di confronto seguendo un’idea di massima (cultura = ovvero impostare la vita seguendo un concetto o un’idea al netto dei mille o milioni di accomodamenti e compromessi necessari nella vita)

Oggettivamente sto esagerando quando chiamo all’attenzione di tutti, le ricerche e i libri dello studioso francese e di questo ovviamente mi scuso, resta il punto che per vivere, da sani come nella malattia, da coniugi come anche singolarmente intesi nella propria personalità, con o senza personalità, è saggio spendere del tempo per capire come e quando si è formata la personalità umana nella nostra cultura occidentale. Quella stessa personalità che così prepotentemente completa il nostro modo di vivere tanto da non accorgerci più se ne siamo dotati oppure no. In ogni caso, chiedersi se si è dotati di personalità e individualità o cercarla, va considerato come un passaggio di formazione individuale necessario. Grazie Louis Dumont per almeno aver sollevato la questione.

A questo punto sarebbe il caso d’iniziare a descrivere il pensiero di Louis Dumont, in particolare per quello illustrato nel testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO. Sarà il motivo di successivi scritti di riflessione dedicati all’antropologo francese, qui per ora se ne voluta sottolineare l’importanza concettuale e umana per tutti noi. Grazie Dumont.