La forzata integrazione tra culture diverse in Italia: uno sbaglio voluto per motivi elettorali.
La forzata integrazione tra culture diverse nel nostro Paese è frutto di una precisa volontà politica di un partito preciso. Questo è il secondo articolo di una serie di tre, dedicato alla sofferta convivenza tra italiani e immigrati. Un punto iniziale di riflessione è stata la diversa qualità d’immigrazione nel caso avvenga all’interno dell’assetto culturale o all’estero. Quindi abbiamo almeno 2 forme diverse d’immigrazione: dentro l’assetto culturale e tra culture diverse. E’ stato anche già scritto che la reazione all’immigrazione, dentro il medesimo assetto culturale è blanda, mentre molto accesa nel caso diverso.
Si rammenta come gli assetti culturali nel mondo siano 9 come emerge dal noto e famoso studio di Samuel P. Huntington. Il riferimento è al testo “Lo scontro delle civiltà” e il nuovo ordine mondiale.
In Italia ci sono 55 milioni di italiani a cui sommare 5 milioni d’immigrati regolarizzati. A questo mix vanno sommati altri milioni (forse 5) a piede libero. Il costo, quello solo economico, per singolo immigrato è di 35 euro al giorno per persona. Probabilmente questa è la fortuna e il nuovo tesoro per la Caritas. E’ noto quando lo Stato del Vaticano sia attento e fomenti l’evento immigratorio confondendolo con il concetto di accoglienza. C’è di più ovviamente. Rispetto le motivazioni di mobilitazione di una base annoiata, che caratterizza la Chiesa, entra in campo la politica.
La forzata integrazione tra culture diverse in Italia, rispecchia l’interesse a un nuovo elettorato del Partito Democratico. Considerato l’insuccesso in termini di voti che caratterizza la sinistra in Italia, la ricerca per un nuovo bacino di voti ha attivato la dirigenza dell’ex PCI oggi PD. Ecco spiegato, in pratica, uno dei drammi sociali più acuti del paese. Anzichè intervenire su 3,5 milioni di disoccupati italiani abbiamo 5 milioni d’immigrati regolati e altrettanti a spasso per il Paese. Grazie PD!