Italia del Seicento uno dei 24 libri di Indro Montanelli dedicati alla Storia del nostro Paese.

Il programma di letture estive, concentrate su agosto, prevede uno studio sia sull’Italia del Seicento, sia sul volume successivo dedicato al Settecento.

Fortunatamente Montanelli è stato un maestro in quest’opera di semplificazione e divulgazione. Grato al giornalista e scrittore milanese per la sua opera, che pena sapere di un imbecille, a Milano, che imbrattato la statua che gli è stata dedicata. Un imbratto fatto a vernice. Sono un minorato mentale può prendersela con una statua.

Infatti uno dei motivo sui quali il Presidente Trump può contare per la rielezione, riguarda l’abbattimento delle statue. Un’azione di questo tipo rientra nel periodo oscuro della storia. Quel partito, come i “democratici” negli Usa che hanno protetto in nuovi barbari, paga pegno solo perdendo le elezioni.

Tornando al tema di fondo, l’Italia del Seicento il libro si presenta molto interessante.

Il filo conduttore parte dalla Guerra dei Trent’anni e da come la Santa Sede sia rimasta tagliata fuori dalla vicenda.

Un altro passaggio di peso nella narrazione consiste nel continuo parallelo tra la vecchia Europa e la nuova America.

L’accesa celebrazione dello spirito americano ricorda Toqueville e Max Weber. Il primo per diretta esperienza nel libro “America” e il secondo, nell'”Etica protestante e lo spirito del capitalismo”.

La spiegazione del dinamismo americano trova nel protestantesimo la sua miccia detonante.

A un’America schioppettante si contrappone un’Europa meridionale in declino per colpa della Spagna. La grade inquisita d’Europa, per Montanelli, è la cattolicissima Spagna. Una Spagna che si spinge in Italia e amministra male il nostro Paese. A quell’epoca le opzioni possibili erano pro-Spagna o pro-Francia con la Santa Sede comunque sempre al centro delle scelte possibili.

E’ immaginabile che il protagonista del successivo testo sul Settecento sia proprio la Francia; ma questa è solo una previsione.