Ipotesi di soluzione per la crisi che si soffre dal lato della domanda. Aspetto che nessuno sa realmente commentare e studiare tranne i sociologi. L’incontro a Milano di Assofermet. Di Giovanni Carlini

Ipotesi di soluzione per la crisi. E’ il tema del convegno Assofermet di Milano. Passare dalla descrizione degli effetti che la crisi ha sul sistema imprese, alla ricerca di soluzioni. Indubbiamente gli argomenti sono stati validi e ben sviluppati, peccato che l’afflusso di imprenditori non abbia rispettato le aspettative. Quando la categoria imparerà che dalle crisi se ne esce solo documentandosi, studiando e discutendo per passare all’azione, anziché aspettare?

Ipotesi per la soluzione per la crisi in discussione a Milano. L’incontro all’Assofermet si è sviluppato in sole 3 ore in cui più voci hanno preso la parola. Curioso è stato il “benvenuto” da parte dei responsabili delle 4 branche dell’Associazione. Più o meno tutti si sono uniformati alla frase: “il peggio è passato”.

Sappiamo che non è vero. Si nota una sorta di “fretta-affanno”, nel liquidare un evento che ancora non si è pienamente sviluppato. Infatti il moderatore si è affrettato nel descrivere le diverse teorie che tentano di spiegare il perdurare della crisi .

In particolare ci sono studiosi che cercano di dare una forma alla crisi. Chi la definisce a “V” indica una fase di forte tracollo a cui dovrebbe seguire un’altrettanta ampia ripresa (questo pensiero è minoritario). Chi la identifica in una “U”. Infine la maggioranza degli analisti pensa a una “L” con una lunga stagnazione “reduce” del calo repentino dei volumi di produzione su scala mondiale.

Ovviamente nessuno dei presenti ha accennato ai rischi di collasso sociale cinese, nel caso il PIL fosse inferiore al 5%.

Nei confronti dell’import cinese esistono nell’Associazione almeno 2 anime molto diverse e sostanzialmente in conflitto. L’acciaio e i rottami, protesi verso la produzione nazionale e la difesa del nostro mercato, anche con formule di protezione. All’opposto la ferramenta, che vive d’import cinese.

Le ipotesi di soluzione per la crisi che sono state accennate al convegno sono essenzialmente 3. In realtà più che soluzioni sono di gestione della difficoltà.

Il primo suggerimento richide la cassa integrazione anche a beneficio delle attività industriali e commerciali che prima ne erano escluse.

Le altre 2 leve su cui fare affidamento sono state individuate sia nella garanzia al credito che sui finanziamenti comunitari all’innovazione.

Francamente da Assofermet ci si sarebbe atteso di più. In particolare è mancata l’intera analisi della crisi dal lato della domanda. In questa fase storica d’aperta crisi della globalizzazione, chi è in difficoltà non sono le imprese ma i consumatori. Manca la domanda non l’offerta. Il vero quesito da porsi è: perchè la globalizzazione ha fallito le promesse?