Intolleranza politica e livello formativo. Nel 1954, nell’ambito di una grande ricerca sociologica applicata negli Stati Uniti, è stato correlato anche il livello d’istruzione con l’intolleranza politica.

E’ emerso che i diplomati sono tollerati al 18% mentre i laureati al 66%. Da allora si considera come scontato il nesso cultura-tolleranza. Purtroppo anche in questo contesto c’è un errore voluto!

In un paese democratico dove l’essere repubblicano e “democratico” più o meno non espone a grandi differenze concettuali, è facile essere tolleranti. Un presidente repubblicano garantisce sempre lo sviluppo della Nazione come un democratico.

Il test del 1954 non ricorda e include però il partito comunista, che già allora era ed è fuori legge negli Usa. Alla faccia della tolleranza!

A questo punto serve una precisazione. Il Partito Comunista, che in Italia oggi si chiama Partito Democratico, non è un partito di sistema e di sicura fede democratica. Già Palmiro Togliatti era un politico al servizio dell’Unione Sovietica.

Inutile qui ricordare come il Togliatti favorì e poi dovette fermarsi nel processo di cessione di Trieste agli slavi, favorendo gli eccidi delle foibe.

Essere tolleranti verso il partito comunista? No, non lo si può essere e non lo erano gli americani del 1954 come oggi.

A questo punto l’interpretazione della ricerca va corretta e ben letta. E’ vero che il livello culturale permette maggiore apertura mentale, ma PER PARTITI CHE SONO NEL MEDESIMO ASSETTO DEMOCRATICO.

Ecco il punto e come l’intolleranza va contestualizzata!

La tolleranza si applica a diversità d’idee che sono compatibili con l’assetto di pensiero e valori. Non si applica quando la diversità è totale come nel caso dell’Islam confrontato all’Occidente.

E’ vero che il ragionamento si sta spostando dalla politica alla religione e quindi sugli assetti culturali, ma cambia poco. Non si può tollerare e accettare una diversità ostile alla propria e mortale.

Riletta l’intera ricerca del 1954 con tali correzioni cambia completamente il senso e misura. L’intolleranza politica come religiosa o culturale è atto di difesa o comunque di chiarezza della propria identità. Ovviamente questo in presenza d’ostilità e rischio di morte fisica/morale.

Si definisce ostile quella cultura che vuole tagliare la gola agli infedeli o che dichiara fascisti coloro che la pensano diversamente.

Concludendo non è vero che il patrimonio della cultura sia di coloro che accettano tutto e tutti, senza alcuna distinzione e protezione o confronto culturale.