Internet maniacale; è da considerare un danno? Quando il web diventa diseducativo.

Internet è nella disponibilità di tutti (questo il guaio) quindi è necessario chiedersi quando si traduce in abuso. L’abuso cambia a seconda dalla fascia d’età di riferimento e anche al genere (non amo dire o scrivere sesso maschile o femminile, lo ritengo volgare, preferisco utilizzare il termine GENERE che può essere appunto maschile o femminile). Torniamo al concetto di base: internet può essere un errore? La risposta è ovviamente SI.

Si parla d’abuso del web quando diventa maniacale e ossessivo il suo “controllo” (in realtà controlla noi) per verificare se “qualcuno ci ha scritto”. Questo continuo scorrere o guardare crea dipendenza. Però non basta, l‘internet maniacale evolve in immaturità quando si limita alla battuta, al commento, alla frase di sintesi. Ecco il punto dolente di tutta la critica verso l’internet maniacale. RIDURRE LA COMUNICAZIONE A UN “MI PIACE” OPPURE A SEMPLICI COMMENTI SULLE NOTIZIE DI CRONACA sterilizza la capacità di riflessione delle persone riducendole a sintesi di un pensiero mai svolto. Questo concetto del social network, come “vapore di pensiero e sintesi mai svolta di nessuna idea o ragionamento” risponde a una frase famosa del più autorevole sociologo vivente: Zygmunt Bauman.

Come si reagisce a un internet maniacale? bisogna accendere il cervello! Questo vuol dire certamente accettare la sintesi di un commento o di un input qualsiasi, ma è necessario proseguire nello svilupparlo, mezzo email, aprendo un epistolario di concetti, idee e punti di vista. E’ l’email che marca la differenza tra un passivo uso d’internet, tramite anche il social network e l’uso del cervello nel produrre pensieri e sintesi. L’email è assimilabile alla carta dove scrivere (come un volta) quindi apporre il francobollo e spedire attendendo 15 giorni la risposta. La tecnologia ha azzerato i 15 gg d’attesa tra la spedizione e la risposta, ma non deve cancellare il RAGIONAMENTO come invece avviene nell’uso/abuso del web tramite il social network. 

Il politico che comunica tramite il social, pecca di serietà, perchè entra nel concetto di internet maniacale. Mi spiego. Al di là della solita pubblicità, che è concessa al politico usando il web, in realtà a una persona che ha ricevuto il voto per dirigere la comunità vengono richiesti RAGIONAMENTI che può anche anticipare con piccole frasi di sintesi, a cui far seguire tutto il pensiero progettuale per cui è stato eletto; in tal modo è considerabile un architetto della comunità (politico/capo della Chiesa).

Concludendo, come si nota in questo scritto, viene ripetuta più volte la parola RAGIONAMENTO, che rappresenta la vera vittima del web nella società globalizzata. Il RAGIONAMENTO è comunque sviluppabile in uno strumento che il web permette: l’email. Chiunque sia capace di transitare dalla sintesi al pensiero compiuto, sarà immune dall’internet maniacale e potrà, accendendo il cervello, pensare di più e valere di più. Del resto come giustificare negli ultimi 16 anni (appunto quelli globalizzati) quel 42% di divorzi e il 60% d’abbandoni tra coppie non coniugate? La malattia si chiama superficialità, ovvero carenza di RAGIONAMENTO alias sentimento, pensiero, emozioni che nascono tutte dall’uso del cervello, alias amore e spirito. Il sentimento apparentemente non è un RAGIONAMENTO (nella fase iniziale) poi però diventa uno status della mente che richiede sensazioni, pensieri, emozioni tattili e visibili come percepibili, idee e visuali, immagini della vita passata e futura; tutti aspetti che il web non sa offrire ma favorisce.

In gamba.