Impatto sui mercati italiani dai due fallimenti bancari americani? SI. Contrariamente a tutti che escludono “il contagio” in realtà è già avvenuto ieri, 13 marzo 2023, in Borsa valori a Milano cedendo il 4,3%. Quindi è inutile discutere sulle ricadute perchè ci sono già state. Il punto è un altro: cosa può ancora accadere?

Il fallimento di 2 banche americane, la prima sulla costa del Pacifico e la seconda a New York evocano un triste ricordo:

  • 1876 fallimenti bancari a Vienna (prima grande depressione)
  • 1929 fallimenti a New York (seconda grande depressione)
  • 2008 fallimenti negli Usa (crisi dei crediti immobiliari detti “subprime“)

Quando falliscono le banche non si sa mai dove si va a finire!

Oltre l’aspetto specifico e locale che ha imposto la chiusura di questi due istituti che ovviamente non possono avere ricadute all’estero, c’è un’altra vicenda da considerare: che sta accadendo?

Sul piano complessivo e più generale perchè il Premio Nobel Paul Krugman e l’economista Mauriel Roudini anticipano l’apertura della Terza grande depressione?

Il denominatore comune tra gli Stati Uniti e l’Europa, quindi l’Occidente, si chiama eccesso di liquidità.

L’eccesso di liquidità, tradotto in linguaggio più tecnico come “finanza creativa”, stampa di denaro non connessa al PIL (carta straccia), “quantitative easing“, (quanti nomi per affermare lo stesso concetto) ha comportato:

a) il superamento della crisi subprime negli Usa;

b) il mancato fallimento per eccesso d’indebitamento sul PIL italiano del 2015;

c) il superamento della crisi pandemia da polmonite cinese detta “covid”;

d) il marcato aumento dell’indebitamento complessivo, privato come pubblico, sul PIL nell’ordine di 3 volte di più. Il debito è al 300% rispetto alla produzione.

Ecco il problema. Siamo in un’economia che produceva “cose” fino agli anni Settanta e ora produce consumo. L’indebitamento favorisce il consumo “rilanciando” l’economia, ma in realtà l’affossa.

Il problema che lega le due sponde dell’Atlantico, Europa e Stati Uniti è tutto qui: i debiti sono eccessivi rispetto alla produzione.