De Felice ha scritto degli importanti libri di storia che qui sono in esame. Il presente studio rappresenta il numero 2 della serie di riflessioni.

Il ragionamento è stato aperto correlando lo spirito del Risorgimento (ancora vivo nella borghesia) con il Fascismo. E’ stata notata freddezza tra questi due aspetti della cultura italiana, registrando un basso afflusso di volontari confrontando il primo con il secondo conflitto mondiale. Solitamente i volontari sono espressione della classe borghese.

Come già accennato, sul tema c’è un autorevole approfondimento di Vittorio de Caprariis (storico italiano, 1924-1964, deceduto senza raggiungere i 40 anni d’età, sposato 2 volte con figli).

Tratto dal testo L’Italia contemporanea (1946-1953) de Caprariis scrive: ….la storia d’Italia nel Novecento non è già quella del prolungarsi nel nuovo secolo degli ideali etico-politici che avevano presieduto alla rivoluzione risorgimentale, ma piuttosto l’altra del loro affievolirsi …è insomma la storia del distacco dal Risorgimento, e dunque del nuovo ch’era venuto crescendo nei decenni a cavaliere tra Otto e Novecento e che aveva, per così dire, forzato quel distacco.

Basta quest’affermazione per sconfessare l’intera impostazione del Federico Chabod, storico anch’egli, ma di parte ovvero come partigiano, non qualificato ad esprimersi in termini didattici sul Fascismo. Qui nasce un problema: la storia è scritta da chi ha vinto la guerra. E’ ovvio che con tali premesse viene viziato l’intero impianto della vicenda!

Ad esempio, in questi mesi del 2024, nessuno è capace di ricordare che la guerra in Medio Oriente è stata voluta dal movimento terroristico Hamas e che potrebbe terminare (forse) se fossero rilasciati gli ostaggi israeliani. Buona parte del mondo, quelli che si ritrovano nella superficialità, vedono solo la reazione d’Israele, non la causa. Se questi giovinastri dovessero scrivere la storia (fatti di link da internet anzichè libri e pagine di pensiero) la narrerebbero completamente falsa. Ecco il dramma di una storia scritta dai vincitori.

Renzo De Felice cerca d’essere equilibrato ed è per questo che resta oggetto di ricerca e studio.