Fenomenologia come inizio della dissociazione dalla società. Stamattina con uno studente sono stati analizzati passaggi critici in ambito sociologico.

Mi spiego. Successivamente allo STRUTTURALISMO di Parsons e Merton (che adoro) come reazione a un mondo in subbuglio è comparsa la microsociologia.

Per microsociologia s’intende uno studio dei singoli fatti sociali rispetto alla TEORIA GENERALE con la quale lo strutturalismo si pose.

In pratica stiamo affrontando il giorno e la notte della sociologia, aspetti diametralmente opposti.

Lo strutturalismo fu l’ultima esperienza di una teoria generale.

Con le rivolte del sessantotto, il femminismo e i diritti civili, la dottrina si piegò alla turbolenza perdendo la sua missione di “faro nella notte”.

In pratica per inseguire i “confusi” e reclutarli come lettori e seguaci, la sociologia ha smesso d’ordinare i concetti per scendere in piazza anch’essa.

Questa militanza della dottrina di sociologia ai fatti-fatterelli di una società in crisi d’identità, in quello specifico momento, ha prodotto la fine della dottrina e l’inizio delle microdottrine sociologiche.

Aprendo la crisi della sociologia abbiamo studiosi come Harold Gerfinkel (1917-2011) e Peter Ludwig Berger (1929-2017) che proseguirono gli studi di Alfred Schutz (1899-1959).

A sua volta Schutz aveva già sviluppato il pensiero del filosofo tedesco Edmund Husserl (1859-1938) sul concetto di FENOMENOLOGIA.

Sia gli studi di Husserl-Schutz, sotto pressione nazista, sia quelli di Garfinkel-Berger, sotto pressione dei movimenti di protesta, sono marchiati dall’urgenza.

La fenomenologia spiega che si vede il mondo per come lo si percepisce in base a tipi ideali, introitati nelle fasi di socializzazione.

Ogni individuo attinge da un fondo comune di conoscenza dove si concretizza il concetto di TIPI IDEALI.

Si recupera il concetto weberiano di VERSTEHEN come comprensione soggettiva focalizzandosi sulla definizione che l’individuo dà della situazione.

La fenomenologia si oppone al FUNZIONALISMO perchè costruisce la realtà quotidiana attraverso idee sedimentante nel tempo e date per scontate.

Per il funzionalismo la società è “data” ed il cittadino ci si inserisce, al contrario nella fenomenologia la società è “costruita”.

Un ragionamento di questo tipo è “bello” finché non si scontra con il diritto o i sistemi di pensiero delle persone.

Ad esempio l’uso confidenziale del “tu”, tra persone che non si conoscono è fenomenologico, mentre il “lei” è strutturalfunzionalista.