Economia circolare e lineare: di cosa stiamo parlando?

L’economia lineare è quella tradizionale, in corso dal 1750 che prevede l’utilizzo delle materie prime per la produzione di beni da vendere sul mercato. Al termine dell’utilizzo del prodotto c’è un rifiuto che va smaltito. Questo meccanismo ha un punto debole: il ciclo di riproduzione delle materie prime è più lungo di quello d’estrazione, trasformazione e impiego dei mezzi prodotti da cui si può generare (esperienza ancora non vissuta) la scarsità se non quasi scomparsa delle materie prime.

Ne consegue che dal 1750 ad oggi, quasi 300 anni dopo, iniziamo a porci la domanda: fino a quando possiamo continuare a produrre con questi ritmi?

Dal 1966 ad oggi si è fatta strada un’altra visione che chiamiamo economia circolare. Il concetto è semplice: progettare dei beni realizzati con delle materie prime che siano recuperabili all’atto del non uso, Quindi il rifiuto non andrà più “smaltito”, ma scomposto nelle sue componenti e riutilizzato (in pratica come nel ciclo della carta).

Il ragionamento messo in questi termini francamente non crea grandi tensioni, ma solo ragionamenti e domande: possiamo arrivarci?

Però e c’è il però anche in questo caso, non tutto è così semplice.

Il concetto “economia circolare” è stato fatto proprietà di un certo modo di pensare che non è di tutti, solo d’alcuni ed è qui che nasce il problema. 

L’Economia circolare è politicamente collocato a sinistra e già in questo perde oltre il 60% di elettorato. Non è finita. Se concetti di questo tipo vanno in mano a una ragazzina del tipo di quella scandinava dalle trecce lunghe che protesta a destra e manca, l’intero impianto crolla per diventare cibo per ragazzini in cerca di qualcosa da dire/fare anzichè studiare.

Con questo giochino nel far diventare gli argomenti “di parte” si perdono veramente tanti ma tanti ascolti e punti di ragionamento. Chi pensa circolare è anche disponibile ai 10 milioni d’immigrati in Italia e questa accettazione acritica di chi entra nella Nazione, non è affatto di tutti e meno male.

Scartando l’importazione d’immigrati, i ragazzini che non studiano e protestano quindi la sinistra, va nel cestino dell’immondizia anche l’economia circolare. 

In realtà non esiste un sistema economico contrapposto all’altro, ma la necessità d’integrare il primo con nuovi concetti rendendo il tutto più armonico e meno costoso nel ciclo di produzione, vita e smaltimento del prodotto.

L’economia “circolare” va assorbita in quella lineare.

Punto.

Le strumentazioni ideologiche restino ai ragazzini e a chi fa della divisione il suo mestiere e politica.