REPUBBLICA CECA: un interlocutore e base di lancio per l’est d’Europa. I costi d’ingresso verso l’est sono per le PMI italiane molto alti, ecco che sorge la necessità di una base logistica “di mezzo”. La Repubblica Ceca ha questa funzione per il sistema produttivo nazionale.

by Giovanni Carlini

La Repubblica Ceca è tra le tre economie più vivaci dell’Europa, 10 milioni di persone con un PIL che cresce del 6% annuo, un’industria edile in espansione con i fondi della UE e investitori stranieri al 3,5% con un tasso d’impiego del parquet al 63% in ¾ dell’abitazione. In questo contesto è attivo un solo produttore che vende 900.000 mq di cui il 15% nel suo paese. Questo dossier è dedicato a quegli imprenditori italiani del parquet che vorrebbero osare.

Le linee di tendenza

Nel corso di questi anni, l’andamento dell’economia ceca ha proseguito la tendenza positiva giá avviata due anni fa. In termini reali, la crescita del PIL è stata del 6,0% Tale crescita è stata stimolata dalla creazione di capitale lordo e da una forte domanda per consumi, che è stata sostenuta dall’abbassamento della disoccupazione, dal forte aumento dei salari medi e dal relativo contenimento dell’inflazione; il contributo del commercio estero é stato invece contenuto. I bassi tassi di interesse hanno incentivato la propensione dei cechi a investire in questi ultimi anni nell’acquisto di immobili. Secondo le stime del Governo, le prospettive di crescita dovrebbero continuare anche nel prossimo periodo al netto della nota crisi subprime in corso di estensione in Europa. Per il momento gli analisti prevedono, per l’anno 2008, aumenti del PIL tra il 4,1 ed il 6,7%. I consumi delle famiglie dovrebbero proseguire la tendenza al rialzo (+4,5%).

La produzione industriale é cresciuta sul base annuale del 6,9% rallentando cosí la dinamica avviata nell’anno precedente, quando era pari al 9,7 %. L’aumento è stato determinato soprattutto dallo sviluppo dei settori tradizionalmente trainanti per l’economia ceca: mezzi di trasporto (+14,9%), strumenti elettrici ed ottici (+12,6%) produzione e riparazione di macchinari (+12,2%). Invece, di segno negativo le variazioni dei settori metallurgico, alimentare, bibite e tabacco.
Lo stipendio medio mensile registrato nel 2007 é stato pari a 20.938 CZK (all’incirca 775 €), con un incremento del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La disoccupazione si è attestata al 6,4%, con un decremento del 1,8% , mentre il numero delle persone in cerca di lavoro si è ridotto. La crescita economica è accompagnata da un aumento dell’occupazione, pari allo 0,6% rispetto al semestre precedente. Si tratta della crescita maggiore dal 1998.

Gli investimenti diretti esteri (FDI) in Repubblica Ceca sono stati pari, nel primo semestre del 2007, a 2.420 milioni d’euro con 83 nuovi progetti (fonte Czech Invest). Non pienamente giustificato dall’andamento dei principali fondamentali dell’economia, appare il notevole apprezzamento della valuta locale, che dal 2006 si sta sempre più rivalutando nei confronti di euro e dollaro e ciò al netto di quanto già problematicamente sta accadendo nel rapporto euro-dollaro. Il fattore principale dell’aumento del tasso di cambio, va ricercato negli afflussi di capitali dall’estero, sia per investimenti diretti che di portafoglio. Nel primo trimestre 2008, il tasso di cambio medio si è collocato intorno a 25,49 CZK per un euro (al 20 marzo) ed a 16,33 CZK per un dollaro americano (il 25 marzo). Ciò comporta che la Corona Ceca sia tra le prime 5 monete europee più forti e questo non tranquilla nessuno infatti, la corona forte ha in parte “ammortizzato” i contraccolpi sull’economia ceca derivanti dall’impennata dei prezzi del petrolio e del gas, ma comincia, allo stesso tempo, a costituire un pesante vincolo per le esportazioni, da cui la sua caduta d’importanza e dei connessi effetti positivi che avrebbe avuto. 
Per quanto riguarda l´inflazione, l’indice dei prezzi dei beni al consumo e dei servizi, si è attestato nel 2007 a 2,9% su base annua, con un aumento dell’1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo 2006. L’accelerazione della crescita riguarda i seguenti gruppi di prodotti: bibite alcoliche ed analcoliche, tabacchi, alimentari, sanità ed abitazione. In rallentamento invece la crescita dei costi nel settore delle poste e telecomunicazioni. Per il 2008, gli analisti della Banca nazionale Ceca, prevedono un incremento dell’inflazione tra il 3,5 ed il 4,9%.
La Repubblica Ceca ha ufficialmente aderito all’Unione Europea il 1° maggio 2004, dopo che un referendum popolare tenutosi nel giugno 2003 ne aveva approvato l’adesione a larga maggioranza (77% dei votanti). L’adozione dell’Euro, inizialmente prevista per il 2010, è stata procrastinata al 2012, compatibilmente con il miglioramento della finanza pubblica e la stabilizzazione del deficit. Il deficit pubblico del 2007 si attesta al 4% del PIL, superando il limite del 3,4% fissato nel Programma di Convergenza con la UE. Il deficit ceco ha prevalentemente natura strutturale ed è dovuto ad un sistema di sicurezza sociale piuttosto generoso. Per farvi fronte il Governo Topolanek, ha introdotto un piano di riforma fiscale che adotta una “flat tax” al 15% per i redditi delle persone fisiche (12,5% nel 2009) una riduzione del carico fiscale sulle imprese al 23,1% (da portare progressivamente al 19% nel 2010) e tagli alla spesa pubblica (in particolar modo alle prestazioni sociali e alle spese dei singoli Ministeri). La manovra è stata predisposta con l’obiettivo di stimolare l’economia attraverso sostanziali sgravi fiscali e di porre, nel contempo, un freno al crescente indebitamento pubblico, attraverso il controllo della spesa. Secondo la Commissione Europea e i principali organismi finanziari internazionali, per raggiungere in pieno gli obiettivi di contenimento del deficit, sarà necessario mettere mano alla riforma delle pensioni e del sistema sanitario. La Repubblica Ceca è membro di OCSE, NATO, ONU, OMC, FMI, Banca Mondiale, BERS, ILO, FAO, CEFTA, CEI, EBRD. Da parte delle principali istituzioni finanziarie internazionali, il giudizio condiviso dall’OCSE, ha confermato la Repubblica Ceca nella 1° categoria di rischio paese. Va poi ricordato che le agenzie Moody’s e Standard and Poor’s hanno confermato, per il 2008, in linea di massima, il rating assegnato alla Repubblica Ceca (A1 per il primo e A- per il secondo). Per agenzia Fitch-IBCA, il rating assegnato al credito del paese è rimasto nel gruppo A. L’economia ceca sarà condizionata nei prossimi mesi da come s’evolveranno i mercati internazionali, in particolare il prezzo del petrolio e la domanda di prodotti all’esportazione.

L’interscambio

Nel 2007, la bilancia commerciale registra un consistente surplus, grazie al maggiore aumento delle esportazioni (+17,7%) rispetto alle importazioni, che comunque hanno raggiunto una crescita del 16,0%. Per la prima volta nella storia della Repubblica Ceca, la bilancia commerciale è stata positiva per un lungo periodo di mesi consecutivi. L’aumento dell’interscambio ha riguardato quasi tutti i comparti, sebbene con tassi di crescita diversi.
Tra i paesi partner commerciali della Repubblica Ceca, la Germania si colloca tradizionalmente, con grandissimo vantaggio al primo posto sia nella graduatoria dei paesi fornitori (per un 28%) che in quella dei clienti per il 31,4% del totale.
Le esportazioni nel 2007 hanno raggiunto dei valori importanti rispetto all’anno prima, per cui adesso sono pari a 42,8 miliardi Oltre al primo posto della Germania segue la Slovacchia (8,6%), quindi la Polonia (5,9%) la Francia (5,5%). L’Italia, con una quota del 5,0%, mantiene il sesto posto nella graduatoria.
Le importazioni al primo posto nella graduatoria dei paesi clienti si trova ancora la Germania seguita dalla Cina (6,7%), dalla Polonia (5,7%) e dalla Slovacchia (5,4%). L’Italia è passata dalla settima posizione del 2006 (4,7%) al quinto posto con una quota del 4,9%.
La struttura delle esportazioni non registra particolari cambiamenti rispetto agli anni precedenti. La maggior crescita rispetto al 2006, ha riguardato il comparto delle bibite e tabacco (+39,5 %) e materie prime (+28,3 %), seguito dai macchinari e mezzi di trasporto (+19,8%), beni lavorati intermedi (+18,9 %) e prodotti chimici (+16,5 %). Simile composizione si conferma anche per le importazioni. Dal lato delle importazioni si osserva una maggiore crescita nel comparto dei beni lavorati intermedi (+24,7 %) e delle macchine e mezzi di trasporto (+21,4%), seguita dai prodotti chimici (+17,7 %) ed alimentari (+16,4 %).
Il surplus maggiore del 2007 si è registrato nel settore delle macchine e mezzi di trasporto. Tale surplus è stato causato dalle maggiori vendite di parti ed accessori di veicoli, d’automobili ed altri mezzi per il trasporto delle persone. Viene confermata quindi la tendenza dell’industria ceca verso una specializzazione nel settore automobilistico e del suo indotto. Il saldo della bilancia commerciale tra i due paesi mantiene dal 2006 la tendenza al surplus per la Repubblica Ceca

L´andamento dell’interscambio Repubblica Ceca – Italia (2001 – 2006)
(valori in milioni di EUR)
Anno 2002 2003 2004 2005 2006 provv. 2007

Importazioni 2325 2402 2918 2926 3469 4056

Esportazioni 1649 1908 2342 2671 3495 4270

Interscambio 3974 4310 5260 5597 6964 8326

Saldo -676 -494 -577 -255 26 216

La fonte è l’Istituto ICI di concerto con l’Istituto di statistica Ceco.

Nella graduatoria dei paesi fornitori, l’Italia è passata dalla settima posizione del 2006 (4,7%) al quinto posto con una quota del 4,9%. In realtà, la quota italiana è superiore a quella risultante dalle statistiche, perché molti prodotti italiani vengono importati nel paese da rappresentanze di ditte italiane situate in Austria o Svizzera e pertanto vengono classificate come esportazioni di quei paesi. Nella graduatoria dei paesi clienti, l’Italia con una quota del 5,0% mantiene nel 2007 il sesto posto, come già nel 2006, quando la sua quota era pari al 4,8%.
Nella struttura delle importazioni dall’Italia, le voci più significative sono state nel 2007 le macchine e mezzi di trasporto, che hanno rappresentato il 38,9% del totale, seguite dai beni lavorati intermedi (29,9%), manufatti vari (11,7%) e prodotti chimici (11,5%). La composizione delle esportazioni ceche verso l´Italia è stata la seguente: il 56,3% ha riguardato macchine e mezzi di trasporto, seguite dai beni lavorati intermedi (23,9%), dai manufatti vari (6,8%) e dai prodotti chimici (6,2%).

Investimenti italiani nella Repubblica Ceca
I nostri investimenti diretti, come sistema Italia, non corrispondono pienamente alla forza come partner commerciale. Buona parte di ciò va imputato al fatto che molti investimenti, per motivi fiscali, non compaiono nelle statistiche ufficiali come tali, bensì come olandesi o lussemburghesi. (come già accennato) A titolo di esempio, appare singolare che in testa agli investitori in Repubblica Ceca, per il 2006, ci sia il Lussemburgo e che AGIP, uno dei più grossi investitori in termini assoluti nel Paese, sia secondo i dati ufficiali, un investimento olandese. Tale fenomeno è stato evidenziato da indagini effettuate tramite banche locali e rilevazioni dirette presso gli investitori italiani presenti in Repubblica Ceca. Questo particolare è segnalato ai produttori di parquet italiani (quelli più grandi) al fine di valutare i diversi regimi fiscali vigenti nella stessa UE.
I flussi d’investimento dall’Italia verso la Repubblica Ceca hanno registrato, nel 2007 un andamento negativo.

INTERVISTA ALL’ADDETTO COMMERCIALE PRESSO IL CONSOLATO CECO DI MILANO – Il Signor Kamil Dolezal

Domanda: grazie per aver ricevuto Professional Parquet Signor Dolezal. Se un nostro produttore volesse capire se ci fossero possibilità di joint venture o di relazioni commerciali con i vostri distributori e produttori, dovrebbe rivolgersi a voi?

Dolezal: Certo, la nostra missione è proprio quella di consentire l’incontro tra imprenditori italiani e della Repubblica Ceca. Il mio lavoro è presenziare alle vostre fiere, aprire dibattiti e confronti, favorendo e semplificando ogni ipotesi di collaborazione tra noi. Aggiungo che in realtà, l’80% delle nostre imprese non sono più di proprietà delle famiglie d’origine che le fondarono, ma ormai passate a società straniere. Questo è il prezzo da pagare per la globalizzazione, ma in questo modo abbiamo di fatto portato l’Europa nella Repubblica Ceca con un riciclo e ricambio di idee, costumi e punti di vista imprenditoriali, che mai avremmo potuto ottenere. Questa mescolanza di stili nel modo di fare impresa, ha alzato la produttività del lavoro ceco, ma non i suoi prezzi, per cui nel complesso è cambiato, migliorando il quadro del benessere collettivo del Paese. 

Domanda: il parquet è molto diffuso nel suo paese?

Dolezal: Ho studiato il vostro dossier di “Professional Parquet” sulla mia nazione prima di rispondere alle sue domande e sul 63% di parquet in uso, vorrei fare un distinguo. Se in questa percentuale si considerano tutte le case, indipendentemente dall’anno di costruzione e quindi includiamo anche quelle d’inizio secolo, il dato non è contestabile. Ma se volessimo considerare le scelte dei ceci negli ultimi 10 anni, allora la quantificazione dovrebbe scendere al 40% includendo in ciò, anche i parquet più economici. Molto diffuso come pavimento nelle case private, per pure ragioni economiche, è il laminato ed il linoleum, che diventa invece parquet negli alberghi, uffici e per chi ha bisogno di rappresentanza. A conti fatti il laminato, nelle abitazioni private, è il doppio del parquet.

Domanda: qual è la convenienza oggi per un produttore italiano a lavorare con voi?

Dolezal: Su questo punto desidero essere molto immediato e diretto come amano gli imprenditori. I vantaggi a lavorare con noi derivano da:

1) Una manodopera che al lordo delle tasse e contributi costa 1.000 euro al mese (valore medio tra operaio, impiegato e quadro) Il differenziale tra lordo e netto da noi è il 60% contro il vostro 84%. Ad oggi, che purtroppo abbiamo la Corona ceca molto apprezzata anche contro euro (è un fatto che noi viviamo molto male) lo stipendio lordo è di 950 euro, che si traduce in un netto di 550. Nel prossimo futuro, con un apprezzamento del dollaro contro euro a 1,22/1,25 (primavera 2009) il lordo scenderà a 850 euro mensili.

2) Il nostro governo ha realizzato una riforma fiscale, per cui nel 2008 l’imposta secca sui proventi d’impresa sarà del 21% (mi pare che da voi l’Irap sia al 45%) che scenderà al 20% nel 2009 per attestarsi al 19% nel 2010. In pratica, il nostro stato costa di meno sulla spesa pubblica, rispetto la media europea. La vera sfida per noi, non è tanto essere meno esosi quanto mantenere il livello dei servizi adeguati allo standard europeo. 

3) Nel corso della stessa riforma fiscale, abbiamo fissato sui redditi personali, una tassazione fissa del 15% (come se fosse una cedolare secca)

4) Specificatamente per il mondo del parquet, nella zona Moldava della Repubblica Ceca, dove si concentrano i migliori operatori del mercato, abbiamo la materia prima giusta, artigiani, macchinari e la cultura necessaria.

Domanda: ha un annuncio da fare ai produttori italiani?

Dolezal: venite a lavorare da noi, imprenditori italiani, in questo modo potremo ampliare la capacità di scelta del cittadino nella Repubblica Ceca.

Il Signor Kamil Dolezal è il Resposabile dell’Agenzia Governativa per il commercio estero della Repubblica Ceca a Milano. Il suo ufficio è in Via Torino n. 47 – cap 20123 di Milano. Telefono 02 89096410 fax 02 864284 email: milano@czechtrade.cz ed il sito è http://www.czechtrade.eu

L’industria edile del paese è molto viva, crescendo per il terzo anno consecutivo ad un ritmo del 4% che si ridurrà, nel 2008 per effetto di una più alta tassazione governativa sulle nuove costruzioni. Sono in arrivo fondi strutturali UE per opere pubbliche, nel campo energetico-alternativo e nell’utilizzo delle acque per la produzione di energia idroelettrica.


INTERVISTA ALLA SIGNORA ANDREA ZEMANKOVAil più importante operatore del parquet nella Repubblica Ceca


Domanda: da quanti anni è presente sul mercato in forma massiccia?

Zemankova: Magnum Parquet ha in produzione il tri strato dal 1998 (Fertigparkett engineered floors) ed operiamo con 2 showroom nella Repubblica Ceca. La nostra capacità produttiva è per 900.000 metri quadrati all’anno e vendiamo oltre al nostro paese, nel resto della UE, nell’est europeo e negli Stati Uniti.

Domanda: dividendo i suoi prodotti per tipologia di legno cosa avremmo?

Zemankova: utilizzo la quercia al 35%, il frassino al 10%, quindi il faggio al 7,8% a cui segue il STEAMED BEECH al 6,2%, noce al 5,8%, JATOBA al 5,8%, il MERBAU al 5% ed infine la pianta di acero canadese al 3,5%

Domanda: la Magnum Parquet apprezza contatti con l’estero e l’Italia in particolare?

Zemankova: non attendiamo altro che di poter colloquiare con i nostri colleghi europei e quelli italiani in particolare, di cui rispettiamo la storia e lo stile, famoso in tutto il mondo.

Domanda: ha contatti con qualche operatore italiano?

Zemankova: purtroppo ho solo un piccolo contatto, che invece gradire molto più impegnativo. Attualmente collaboro con la DIY

Domanda: ha contatti con altri produttori?

Zemankova: i miei contatti d’oggi sono tutti europei o dell’est europeo.

Domanda: qual è il vostro grado d’importanza nel panorama dei produttori nella Repubblica Ceca?

Zemankova: siamo l’unico produttore di parquet nella Repubblica Ceca

Domanda: nelle case del suo paese si usa frequentemente il parquet?

Zemankova: il 63% delle abitazioni nella Repubblica Ceca utilizzano il parquet in ¾ dei loro locali, il marno e la ceramica sono poco diffusi e tantomeno la moquette. Le aree più ricche per vendere parquet di qualità, sono quelle più sviluppate economicamente, quindi Praga, la zona Morava e Boema.

Domanda: C’è un’associazione di categoria nella Repubblica Ceca?

Zemarkova: non abbiamo alcuna associazione di categoria nel nostro paese.

Domanda: usate internet per vendere?

Zemarkova: no, non abbiamo alcuna forma di e-commerce nel nostro paese.

Domanda: il parquet quanto del suo business rappresenta?

Zemarkova: il parquet rappresenta il 95% dei miei affari

Domanda: può raccontarci la sua storia commerciale?

Zemarkova: la MAGNUM Parket nasce nel 1997 e l’anno seguente abbiamo terminato la costruzione dello stabilimento di produzione del tre strati di parquet, che rappresenta la nostra specialità. Questo prodotto lo esportiamo in Russia, nel Nord Europa, e complessivamente nell’area UE. Il mercato interno assorbe solo il 15% della nostra capacità produttiva.

Domanda: a quanto ammonta l’import di parquet nel suo paese?

Zemarkova: l’import di parquet nella Repubblica Ceca è pari al 60% di quanto prodotto.

Per scoprire un paese e la sua “filiera produttiva” non vanno dimenticati coloro che consentono al parquet di essere prodotto. Intervista alla Balimex

 

Domanda: Grazie Signor Rostislav Starostik per aver ricevuto Professional Parquet nella sua azienda, la sua azienda cosa rappresenta nella filiera produttiva del parquet nella Rep Ceca?


Starostik: La ditta Balimex si occupa della produzione delle lamelle di legni nobili per pavimenti prefiniti 2 o 3 strati. La produzione mensile é di circa 8.000 mq di lamelle con una capacità annua di 20.000 mq

Domanda: Che tipo di legname utilizzate ed in che formati?

Starostik: Usiamo rovere all’80% quindi faggio per il 10% e “diversi” (noce, acero e quercia) al 10%. I formati sono da 2,8 mm ai 5 mm di spessore e dal 74×480 mm al 210×2000 mm di larghezza e altezza.

Domanda: da quanti anni siete sul mercato e state cercando contatti con l’estero e quindi anche con l’Italia?

Starostik: Esistiamo dal 1991 e siamo alla ricerca attiva di un interlocutore in Italia per trovare un comune accordo di produzione ed espansione; crede sia possibile attraverso questa intervista ad un giornalista italiano?

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