Dossier Francia, uno strumento per l’internazionalizzazione, di Giovanni Carlini

Dossier Francia. Un documento per pensare. L’Oltralpe a ovest dell’Italia è sicuramente vicino senza però considerarlo un mercato “facilmente accessibile”. Mentre i tedeschi soffrono meno il nazionalismo e godono di un più accentuato senso del merito e spessore tecnologico, i francesi sono ancorati a una politica “imperiale”. Possiamo fare a meno della Francia?

Dossier Francia per capire se possiamo fare a meno dell’Oltralpe a ovest dell’Italia. L’interscambio italo-francese è importante per l’Italia, non quanto quello con la Germania. C’è da precisare come i francesi abbiano mediamente un livello tecnologico più alto del nostro nelle loro PMI, anche se ciò non li favorisce in Europa a vantaggio degli italiani. Questo perché sui francesi pesa ancora per quel modo di fare, “tutto loro”.

Nonostante questa grave e storica pecca di tutto quanto è francese, resta opportuno mantenere contatti commerciali con la Francia. Si tratta di soli rapporti di buon vicinato. In realtà i veri mercati di sbocco per l’Italia non sono quelli d’oltralpe e neppure francofoni in Africa. La prospettiva è per la UE (finchè esisterà) in Nord America, l’Est d’Europa e in Asia.

Dossier Francia. Le carpenterie francesi e quelle italiane: un confronto per imparare

Come si lavora in Francia nelle carpenterie? Rispetto all’Italia, la mano d’opera specializzata è più facile da reperire, perché poggia sull’intera Africa francofona.

Il livello tecnologico delle lavorazioni è decisamente più evoluto in Francia che in Italia. Questo grazie a macchinari più aggiornati (normalmente di produzione tedesca) consentendo costi aziendali più bassi. E’ il risultato di una forte spinta al rinnovamento ricerca e sviluppo dalle leggi regionali francesi. Qualcosa di paragonabile alla legge Sabatini. 

Le differenze più acute tra “noi e loro” sono anche sul piano gestionale dell’impresa. Ad esempio gli insoluti francesi sono molto più rari rispetto all’Italia. Si tratta di una diversa disciplina contabile che considera i pagamenti ai fornitori come stipendi, ovvero pagamenti irrinunciabili e “di sistema”. Si tratta di una differenza non di poco conto.

Il sistema bancario francese conteggia il peso dei debiti verso i fornitori in percentuale sul fatturato. Superato un certo livello la banca chiude gli affidamenti. 

Le differenze con l’Italia colgono anche i regolamenti con la pubblica amministrazione per un limite al ritardato pagamento.

Sul piano degli acquisti di materia prima da portare nel ciclo di lavorazione, ormai tutto passa attraverso i consorzi d’acquisto (molto diffusi e in concorrenza tra loro). Si tratta di realtà distribuite in ogni regione geografica. Nel dettaglio i consorzi sono molto forti nella zona nord orientale e nell’area di Parigi.

Sui prezzi e la trasparenza c’è stata una grande battaglia negli ultimi anni. Questo consente oggi, di poter affermare che non ci sono grandi differenze sul costo degli approvvigionamenti, grazie all’azione esercitata dai consorzi.

Analizzando i diversi passaggi si può affermare che il settore in cui la lamiera opera sia più “governato e amministrato” in Francia che in Italia.

Parlando d’ordine e rispetto delle regole in Francia, va osservato come l’iniziativa non parta necessariamente solo dall’alto, ma è prerogativa di tutti gli operatori.

Nel dettaglio si vuole anche sottolineare come la stragrande maggioranza delle imprese francesi adotti l’organigramma e il mansionario come sistema di gestione dei costi aziendali.

Il valore dell’organigramma è un concetto sconosciuto in Italia. I francesi impiegano in azienda, spesso gli immigrati pur non sapendo parlare il francese. Nonostante ciò tutti sanno cosa fare, in che tempi e modi perché scritto su un foglio che gli viene spiegato e consegnato.

Con questi accorgimenti i ritmi di produttività non possono che salire.

Ad esempio i nostri imprenditori, spesso, assegnano al dipendente un lavoro da assemblare indicando una data per concludere l’attività. L’uso più frequente adottato dai colleghi d’oltralpe è diverso. Si assegna al dipendente non “un lavoro”, ma un impegno per numeri di pezzi fatti ad ora. Sembra una precisazione di poco conto, ma con questo semplice accorgimento i ritmi di lavorazione mutano, elevando nel complesso la produttività.

Dossier Francia. Come si entra sul mercato francese

Credere (illudersi) di poter entrare in Francia attraverso l’assistenza della camera di commercio italo-francese o degli organi predisposti a livello di ambasciata e consolato è pura illusione! Non per questo bisogna scoraggiarsi, anche se si può vivere serenamente senza la Francia!

Per potersi avvicinare al mercato francese le vie più importanti sono:
– partecipare alle fiere di settore;
– presenziare ai meeting e viaggi organizzati dall’ICE;
– procedere con il “passa parola”.

Dossier Francia. Presenza di ditte italiane in territorio francese

A marzo del 2017 le ditte italiane presenti in Francia, in forma stabile con proprie sedi operative sono appena 106.

I settori merceologici sono: accessori moda, calzature, pelletteria (10 imprese in tutto), oreficeria (3 imprese), tessile/abbigliamento, tessuti per la casa (in tutto 48 società).

Ottica/occhialeria (4 nomi italiani), cosmetica, puericoltura (2 marchi), arredamento e articoli per la casa (22 imprese), elettrodomestici (5 aziende), rivestimenti per la casa e il bagno (8 aziende).

Carta, editoria, stampa (2 marchi italiani), attrezzature sportive, fitness (1 nome) e grande distribuzione (1 marchio)

Va precisato che le imprese italiano sono il triplo in Germania: 353 case madri e 388 filiali.  In Nord America: 1.284 case madri, in Romania per 56 imprese italiane e infine in Cina per 940 nomi d’imprenditoria italiana (fonte ICE)

Dossier Francia: le prospettive francesi

Non ci sono prospettive particolarmente più interessanti in Francia rispetto all’Italia.

Cosa si dovrebbe fare per migliorare la propria azienda senza necessariamente emigrare?
– contratti in rete con altre imprese complementari;
– tecnologia;
– potersi impegnare all’estero oltre il solo spazio UE (rivolgendosi ad esempio verso il Nord America)

Dossier Francia: INTERVISTE

Al dossier intervengono 2 imprese che operano in Francia.

La F.lli Rossetto del settore arredamento casa-ufficio, impegnata con il poliuretano per l’imbottitura di divani e poltrone.

Si aggiunge la Modulblok, forte di tecnologie e logistiche di magazzino per sistemi di stoccaggio.

Sono entrambe delle imprese leader.

F.lli Rossetto ha 200 dipendenti, un fatturato di 15 milioni di euro sviluppato al 50% con l’estero. Si trova in provincia di Padova ed è un’impresa “stabile” perché lavora su prodotti propri, già brevettati, che vende come semilavorato. 

La Modulblok S.p.A opera da oltre trent’anni nel settore dei sistemi di stoccaggio; l’esperienza maturata sui mercati italiani ed esteri la collocano tra i leader nella logistica del magazzino. 
Gli stabilimenti di produzione Modulblok occupano 160 persone, nelle due unità operative di Pagnacco e Amaro (Udine) realizzando un fatturato di 30 milioni di euro. 

Domanda: se siete presenti sul mercato francese in quale settore operate?

F.lli Rossetto: semilavorati in poliuretano stampato per arredamento (sedie e poltrone)

Francesco Pistorello: Certamente siamo presenti anche sul mercato francese. Modulblok vanta oltre 35 anni d’esperienza nel settore della logistica di magazzino.

Domanda: come siete entrati in questa realtà, potete insegnarci dalla vostra esperienza?

Pistorello: Il nostro ingresso sul mercato francese nasce con l’acquisizione di contatti derivanti da fiere di settore e da un presidio, sul territorio. 

F.lli Rossetto: clienti acquisiti principalmente partecipando a fiere.

Domanda: trovarsi in qualità di partner con imprese francesi, comporta l’esclusione d’altri operatori italiani, oppure si potrebbe “far sistema”?

F.lli Rossetto: sicuramente i nostri clienti francesi, hanno molti altri fornitori italiani da cui acquistano componenti che servono a completare. Inoltre spesso comunichiamo i nominativi di altre aziende italiane.

Pistorello: Nel nostro caso specifico trovarsi partner con imprese francesi, non ha escluso la collaborazione con altri operatori italiani.

Domanda: questa presenza nel tessuto industriale francese ha consentito di procedere su altri mercati anche seguendo il cliente nella sua espansione? 

F.lli Rossetto: direi di no.

Pistorello: Certamente. La nostra esperienza francese ci ha aperto le porte alla France d’outre-mer

 

Domanda: ricorrere alla camera di commercio come presenziare in fiere di settore, è un buon canale? 

Pistorello: Direi che nel nostro caso non è stato fondamentale ricorrere alla Camera di Commercio.

F.lli Rossetto: La nostra azienda è presente direttamente alle fiere di settore e riteniamo sia un canale valido.

Domanda: in quale parte della Francia opera la sua impresa o dove sono dislocati i vostri clienti? 

F.lli Rossetto: i nostri maggiori clienti si trovano nei dipartimenti di Landes, Basses, Pyrennes, Nievre e Meuse.

Pistorello: Siamo presenti nei dipartimenti di Lione, Nantes, Toulouse, Bayonne, Landes, Loire Atlantique 

Domanda: nella collaborazione con il cliente francese l’impegno allo sviluppo tecnologico è stato assolto da voi o finanziato dai francesi?

F.lli Rossetto: lo sviluppo tecnologico applicato sui nostri prodotti è avvenuto non indotto dall’agire sui mercati esteri.

Pistorello: L’esperienza ci mostra che nella maggior parte dei casi Modulblok è promotrice di soluzioni nostre.

Domanda: operate anche su altri mercati oltre a quello francese?

Pistorello: Modulblok è presente in diversi territori europei. La differenza con altre realtà può essere vista solo in una “barriera” linguistica. Il cliente francese tipo ama parlare esclusivamente in lingua francese.

F.lli Rossetto: siamo attivi su diversi altri mercati altrettanto importanti. Osserviamo quanto quello francese sia molto conservatore, nel gusto e ricerca del prodotto, quindi lo definirei statico.

Domanda: cosa proporreste se il vostro punto di vista fosse letto in ambito di Confindustria?

F.lli Rossetto: sono un imprenditore pratico, non ho la presunzione di dire a Confindustria cosa dovrebbe fare.

Pistorello: Sarebbe auspicabile un maggior rapporto di collaborazione nell’interscambio tra realtà francese e italiana.