Altro necessario. Ad essere precisi il titolo del libro è L’altro necessario, scritto dal prof Piero Amerio dell’Università di Torino, capo dipartimento di Psicologia Sociale.

Non ho avuto il piacere di conoscere il prof Amerio. Ho sostenuto l’esame d’economia con la prof.ssa Elsa Fornero e mi ha portato alla laurea la prof.ssa Marina Nuciari, poi capo dipartimento di Sociologia militare. Il prof Amerio era da “quelle parti”, forse ne ho percepito la presenza, motivo per cui ho comprato e sto studiando questo libro.

L’analisi del testo è appena pervenuta a sole 40 pagine su un totale di 247 ma non piace. Peccato! Nonostante non apprezzi il libro proseguirò nella fedele lettura di quanto il prof Amerio desidera comunicare. Del resto non è possibile leggere sempre e solo libri che piacciano! La speranza è che cambi l’impostazione nel proseguo.

Le aspettative verso l’opera del professore erano per un taglio decisamente sociologico quando invece l’autore si è voluto concentrare sulla definizione filosofica dell’altro, distinto da noi. Indubbiamente e a dispetto delle mie aspettative, se il prof. Amerio ha scelto questa via, avrà le sue ragioni e io devo imparare!

Un passaggio particolarmente impegnativo di queste prime pagine merita un approfondimento qui spiegato per passaggi successivi.

A – La competenza linguistica, ovvero la capacità di sapersi esprimere correttamente (non è spontanea per quanto “naturale” e deve maturare in un ambiente sociale stimolate come la famiglia) CONNETTE:

1 – la soggettività;

2 – alla socialità.

E’ come dire che per avere una società serve un linguaggio che leghi le persone che insieme determinano la socialità (tutti passaggi semplici se coltivati sotto stimolo, ma assenti senza stimolazione)

Nella relazione tra soggettività & socialità ci sono anche due aspetti tipici dell’Umano (che gli animali non sanno fare)

B – la produzione di cose materiali;

C – un assetto significativo che leghi le cose materiali alla soggettività + socialità. In pratica la produzione per essere “utile” ha devi significati.

D – dai significati si passa a un sistema simbolico che rende comprensibile cosa stiamo facendo e dove siamo.

E – la produzione di beni e il loro assetto significativo è chiamato in dottrina “doppio simbolico” (Martinet, 1961) che sfocia nel mondo della vita (Lebenswelt) così definito da Edmund Gustav Albrecht Husserl (filosofo tedesco del periodo 1859-1938)  pensiero sviluppato successivamente dal sociologo Alfred Schutz nel 1932.

La sintesi dell’intero ragionamento permette di giungere alle EMOZIONI (quelle che fanno partecipare il corpo all’intero sistema significativo).