Al 10 maggio 2011. Osservatorio sulle condizioni economiche dell’industria degli stampi. Prof Carlini 

Ultime notizie al 10 maggio 2011
Ai primi di maggio alcuni osservatori (ad esempio dal distretto della rubinetteria e valvolame, quindi a nord di Novara) segnalano un brusco quanto repentino calo di ordini. La dimensione della contrazione è del genere “verticale”, come se fosse venuta a mancare la corrente per cui, ad esempio, la luce si spegne senza alcun preavviso. Che si fa in questi casi? Francamente non è una novità. Da mesi su questa rubrica sono stati pubblicati diversi allarmi che ora non sono più delle previsioni, ma bollettini dello stato macroeconomico della Nazione.
Perché il mercato si ferma
Il ragionamento potrebbe essere molto più articolato però la sintesi è:
a) intorno al 2000 eravamo quasi in piena occupazione per cui si delocalizzò;
b) la delocalizzazione ha portato via lavoro dall’Italia producendo disoccupazione;
c) 10 anni dopo (dal 2000 al 2010) la disoccupazione in Italia e in Occidente tende a trasformarsi in povertà;
d) si rammenta che nei paesi poveri, come tutti quelli arabi, della fascia del Maghreb, la povertà si è trasformata da tempo in miseria;
e) oggi in Italia gli “under 35” sono senza lavoro al 30% e nel mondo Occidentale s’oscilla tra l’8 fino al 14%;
f) con una quantità così importante di persone prive di lavoro e una ancora maggiore, afflitta da instabilità del posto di lavoro, non è difficile prevedere il collasso dei consumi interni, ovvero di quell’ossigeno che permette di vivere alla schiacciante maggioranza delle nostre imprese;
g) in una condizione di questo tipo non c’è futuro e serve una radicale modifica. Questo vuol dire che necessita rivedere il sistema di globalizzazione/delocalizzazione, considerando ogni posto di lavoro in meno, in questo paese, come un furto all’intera comunità. Diverso è da considerare quel processo d’espansione aziendale, teso a presidiare mercati in crescita con nostri impianti e tecnici, dove ci sia stata pagata la tecnologia, che cediamo, non permettendo che gli stessi articoli possano entrare sui nostri mercati.

Come se ne esce?

Illudersi che questo rinnovato stop sia solo una crisi passeggera, per cui basta attendere qualche mese, è veramente illusorio. Il cambio è epocale: o ci si adegua o si è destinati a scomparire.
Da questo momento non se ne esce restando come ci si è entrati. Sarà monotono ripetersi, ma serve una nuova tecnologia applicata sulla capacità di operare sui mercati nazionali come internazionali. Ad esempio, visitando le imprese, è raro che trovi la stampa economica sul tavolo dell’imprenditore o dei suoi collaboratori. In pratica abbiamo dei capi d’impresa (a tutti i livelli) che non leggono, non si documentano. Al massimo si recano alle fiere e lavorano alacremente, ma senza pensare al ruolo della loro azienda sul mercato. Spesso (quasi sempre) i diversi capitani d’industria, nello stesso ambito degli stampi, sono privi di un piano di marketing (ovvero di un progetto a 6-12-18 mesi per la loro impresa, da monitorare ogni 30 giorni, calcolandone gli scostamenti) però tutti si lamentano che il mercato non si comporta come dovrebbe, dichiarando che sul 2011 ci si accontenta e si attende l’anno prossimo per il rilancio. Senza stampa specialistica non si conoscono le aste internazionali come quelle nazionali, non si pensa di chiedere alle camere di commercio opportunità e contatti, non si riesce ad andare oltre il mito della fiera, come se una “scampagnata” lavasse la coscienza dell’imprenditore! Invece il mondo è più complesso!

INTERVISTA

Anche questo mese STAMPI si è rivolta agli stampisti per capire come si stanno muovendo. In questo caso abbiamo incontrato un piccolo stampista, che ha deciso di crescere, facendo leva sull’innovazione tecnologica, in un momento in cui la massa degli imprenditori, teme di spendere per migliorare l’attività.. L’impresa è la Niero Stampi di Venegono Inferiore (Varese) www.nierostampi.it diretta dal Signor Alessandro Niero Il campo d’applicazione della ditta è principalmente rivolto verso clienti come la BT Ticino, le macchine per il caffè, la camiceria per quanto concerne le etichette e il valvolame.

Domanda: ci parla della sua impresa, quand’è nata, cosa produce, mercati di sbocco, fatturato, dipendenti.

Alessandro Niero: La mia è un’impresa nasce nel 1996 con l’obbiettivo di diventare costruttore di stampi termoplastici. In questo senso ho collaborato con gli stampisti della zona per lavorazioni mirate alle impronte e alla costruzione di elettrodi con CAD-CAM tridimensionale. Gradualmente ho poi inserito la rettifica, l’erosione a tuffo, a filo e attrezzature varie, per completare il parco macchine necessario alla costruzione completa di uno stampo termoplastico. Dal 2000 non ho mai perso di vista l’adeguamento tecnologico, che mi rende un interlocutore completo per i miei clienti. Nonostante qualche periodo di difficoltà economica, sofferta alla stregua dell’intera categoria, sono riuscito a destreggiarmi dignitosamente, andando ad acquistare macchinari e attrezzature nei momenti di crisi, in cui non molti hanno avuto il coraggio e lungimiranza di farlo. La conferma è che oggi sono riuscito a creare una piccola azienda funzionale, con un parco macchine di qualità molto elevata, difficilmente riscontrabile in una realtà di dimensioni così esigue. Questo obbiettivo è stato da me fortemente perseguito, perché ritengo che la qualità di ciò che si produce sia un ottima pubblicità ed è quel biglietto da visita che insieme al rispetto dei tempi di consegna, la disponibilità e flessibilità con la quale ci si propone ai propri clienti mi consente di restare sul mercato. Il fatturato medio degli ultimi 5 anni è di circa € 600.000 contando alle mie dipendenze 6 addetti.

Domanda: è iscritto all’Associazione di categoria UCISAP?

Niero: No, ad oggi non è mai preso in considerazione questa prospettiva.

Domanda: cosa ne pensa del 2010 sotto il profilo lavorativo?

Niero: Complessivamente discreto: piuttosto male i primi due mesi, che insieme agli ultimi quattro del 2009 sono stati il semestre più difficile che ho mai affrontato in termini di ordinativi, pari a circa la metà del semestre precedente. In questo periodo ho richiesto la CIG ma, con grande orgoglio, non ne ho usufruito all’atto della concessione. La ripresa è iniziata dal mese di marzo, riuscendo ad avere una buona quantità di ordini per tutto il resto dell’anno, recuperando così le sofferenze precedenti.

Domanda: come si sta organizzando per il 2011?

Niero: Ogni crisi miete le proprie vittime, ma rafforza i più meritevoli. Dal 2008 anno in cui l’attuale crisi mondiale è iniziata, ho cercato d’approfittare delle opportunità che si sono venute a creare, andando a intervenire pesantemente nell’acquisto di nuove attrezzature e macchinari di cui avevamo necessità, traendone un triplice vantaggio. Il primo, ovviamente tecnico, mi ha dato modo d’essere più competitivo; il secondo aver cercato e trovato una tipologia di finanziamento fortemente agevolata e l’ultimo. da non sottovalutare, è d’aver sfruttato il vantaggio fiscale della TREMONTI-TER. Nei primi mesi di quest’anno. abbiamo completato l’aggiornamento dei macchinari. sostituendo entrambi le rettifiche manuali a risoluzione centesimale, con moderne rettifiche automatiche, a risoluzione millesimale. Per il futuro conto d’impegnare più tempo per avvicinarmi a nuovi clienti; forte dell’attuale versatilità e capacità acquisita, potendo anche contare ultimamente, sulla progettazione e realizzazione di molteplici soluzioni di stampi multi-iniezione.

Domanda: può spiegarci come il suo lavoro di stampista si sviluppa?

Niero: Si parte dalla richiesta del cliente che ci sottopone la serie di particolari termoplastici da realizzare, sotto forma di file tridimensionali. La prima fase è controllare se i particolari necessitano di ingegnerizzazione, per poi iniziare con la progettazione degli stampi. Si passa così al ciclo produttivo, che inizia con la preparazione, mediante centri di lavoro delle parti stampanti, che necessitano di trattamenti termici. Dopo di che si cominciano le lavorazioni di finitura che coinvolgono sostanzialmente tutti i macchinari del reparto produttivo, per poi passare alla fase terminale di montaggio, aggiustaggio e rifinitura finale, portando lo stampo a compimento. L’ultima fase è il collaudo, che al seconda del cliente, viene effettuato presso un fornitore di nostra fiducia oppure dal cliente stesso.

Domanda: com’è strutturata l’ impresa?

Niero:Attualmente occupiamo 6 persone: 4 addetti nel reparto produttivo, un impiegata e un tutto fare, funzione nella quale brillo. Ci avvaliamo, con una certa costanza, di fornitori esterni proporzionata ai carichi di lavoro.

Domanda: in merito al concetto internazionalizzazione ha mai avuto contatti fuori dai confini nazionali per capire se un’azienda di questo tipo può interagire anche con l’estero?

Niero: Anche se in modo marginale, per qualche cliente estero, sono state eseguite delle piccole commesse. Qualche anno fa, era stato stipulato un contratto con un’azienda che avrebbe dovuto, per un biennio, procurarci dei nuovi contatti con clienti nazionali e internazionali. Purtroppo non abbiamo avuto la fortuna di trovare un serio interlocutore. Non escludo di riprovarci.