Abraham Lincoln alla sua seconda puntata di riflessione riportando pari pari quanto Raimondo Luraghi pubblica nel suo libro qui posto a riflessione.
Emergono degli spunti che sono:
- la minoranza può spaccare lo Stato andandosene? (attenzione che la risposta non è poi così ovvia e vale la pena ragionarci sopra.) In Un concetto di Stato agricolo e dell’Ottocento la risposta potrebbe essere affermativa mentre nella Nazione del Novecento, industrializzata, questo diritto alla secessione è più discutibile. La riflessione è sviluppata a pagina 213 da Luraghi;
- nel pensiero di Abraham Lincoln, “la vittoria delle secessione avrebbe significato non solo la disfatta morale della democrazia, ma lo spezzettamento del Nord America in potenze ostili, a somiglianza dell’Europa: contese senza fine, un milione d’uomini incessantemente in armi dalle due parti del Potomac, e da qui militarismo, convulsioni interne, reazione sociale”. (ancora pagina 123). Una precisazione, il militarismo non è qui indicato in accezione negativa, in quanto lo strumento militare offre garanzia alla crescita della Nazione e continuità nella storia dello Stato, ma come prevalenza della spesa militare sulle altre cause le turbolenze che le frontiere presentano (si veda l’insegnamento che si trae dal confronto tra Paesi Arabi in offesa e Israele che si difende e Russia che attacca contro Ucraina che si difende e vince. Le spese militari ucraine come quelle israeliane saranno per sempre molto altre in percentuale sul PIL, ecco dove il militarismo è necessità.
- A pagina 210: ….non era dunque un abrogazionista ed era figlio della democrazia contadina della frontiera rappresentando il nettare del conservatorismo.
- Sulla questione razziale Lincoln è molto più distante da quanto si possa credere, ovvero non lo considera un problema pur non utilizzando schiavi. Questo è un passaggio difficile da far digerire a più superficiali lettori della Guerra Civile Americana che ritengono concentrata su un aspetto che invece è superficiale.