Voto d’esame che condiziona il futuro? non è vero, parola di prof!

Sollecitato da diversi studenti ecco una riflessione sul voto d’esame. E’ da considerarsi condizionante per la vita? oppure per il proseguo degli studi? La risposta è NO!

Per essere pratico e sincero ecco la mia esperienza. Molti anni fa all’esame di diritto del lavoro presi un 18/30. Voto minimo però poi ho insegnato con successo il diritto del lavoro! Vediamo cosa accadde. Il docente chiese: un monaco di clausura svolge un’attività tutelata dalla legge e Costituzione della Repubblica? Risposi si. Il docente disse no. Risposi affermativamente perchè la clausura nella preghiera determina uno stato di benessere sociale. In pratica contribuisce a un’atmosfera sociale più rilassata (benessere). Il docente rispose ancora no.

Proseguii affermando che una prostituta non paga tasse, ma se dovesse essere “toccata in mal modo” la legge interviene. In effetti la prostituta contribuisce al benessere sociale. Aggiunsi la sentenza del Tribunale di Milano che accettò il non pagamento delle tasse nella compravendita d’immobile da parte di una prostituta. Il giudice in quel caso considerò non tassabile il reddito derivante dall’uso diretto del proprio corpo.

Il docente affermò che è rilevante nel diritto del lavoro la produzione di beni e servizi, anche artistici escludendo quelli spirituali e sessuali.

Alla fine superai con il minimo del voto possibile: 18/30

Nel corso della vita quel voto d’esame ha pesato ma non influito. Tant’è vero che ho insegnato diritto molte volte. In particolare ho coinvolto i miei studenti partendo dalla sentenza anzichè dal libro di testo. Nella dinamica sentenza-atti di vita pratica, sono poi giunto al libro di testo. Chi è stato mio studente ha apprezzato. Soprattutto ho voluto dare un obbligatorio risalto ai Codici e alla Costituzione. In pratica ho ribaltato il normale processo d’insegnamento alzando l’interesse dell’utenza.

Dalla mia esperienza pratica posso affermare che il voto d’esame non importa. Quello che conta è superarlo l’esame!

In realtà il voto d’esame dovrebbe essere un’arte che appartiene al docente.

Insegnare non vuol dire affatto solo trasmettere cognizioni comprensibili. In realtà bisogna differenziare l’insegnamento nella stessa classe, cogliendo le diverse personalità. Ne consegue il voto che va personalizzato. Questo voto deve diventare una massa di manovra per provocare interesse alla materia nello studente. Spesso invece è umiliazione. Diverse volte ho dato 2/10 a chi volevo promuovere con 10! In diversi casi ci sono riuscito. Non in tutti. Me ne dispiace.

La conclusione resta una: il voto d’esame non è importante quanto superarlo! In gamba.