Con un sindaco meno della metà che ci si fa? Una carica pubblica nominata da meno della metà dell’elettorato, non ha la legittimità politica necessaria per gestire l’incarico affidato. E’ il caso di Milano alle elezioni comunali di ottobre 2021.
L’incaricato delle funzionali comunali, cittadino Sala, è un semplice facente funzioni, nulla di più.
Quanto l’incaricato Sala fa, decide, sceglie e assume di fare, rappresenta un azzardo istituzionale soggetto a censura e revisione.
I tempi sono maturi per statuire, una volta per tutte, una norma giuridica che dichiari la nullità dell’elezione in mancanza del 50,1% degli elettori; il caso di Milano.
Allo stato attuale, a Milano c’è un tipo, un cittadino, già sindaco, che prosegue con l’incarico amministrativo, nulla di più, cui affidare la gestione comunale. Si tratta di una specie di gestione commissariale, come avviene nei comuni inquinati da spinte malavitose. Perchè siamo giunti a un livello di degrado pubblico così acuto?
La politica non ha alcun interesse a muoversi nel porre ordine e norme alla vicenda, seguendo la mentalità del “finché la barca va“.
Andranno puniti alle elezioni quei partiti non sensibili all’argomento, almeno per quanto riguarda quest’aspetto. Ovviamente la lista delle “cose da chiedere” ai partiti politici è piuttosto nutrita e ogni cittadino si dovrebbe regolare di conseguenza, negando il voto al partito, non alla politica.
E’ diverso negare il voto al partito, dandolo comunque alla politica. Ecco la sottile differenza che non è stata percepita dal cittadino.
Oltre a tutto ciò è sorprende l’atteggiamento spavaldo e arrogante d’alcuni rappresentati di lista, in particolare del partito democratico italiano. Questa gente, specificatamente una Signora, a Milano, strilla e dichiara “attentato alla democrazia” la sua pretesa di verifica al voto (giusta) ostacolando le operazioni di spoglio. Allontana dalla forza pubblica, è tornata nuovamente infliggendo al suo partito una pessima immagine. E’ triste quel partito che per farsi avanti avanza “l’attentato alla democrazia“. Mamma mia che gente.