Sulla questione dei bimbi che vivono a Gaza dov’è in corso un’operazione di pulizia del centro abitato dai terroristi e barbari appartenenti ad Hamas, si fa un gran discutere. Pare che questi minori siano “vittime” di un meccanismo, quello israeliano, che colpisce ospedali e civili senza ritegno e civiltà. A questo modo di pensare vanno opposti dei ragionamenti che nessuno vuole o può fare.

1 – i minori scontano la responsabilità degli adulti. Laddove ci siano danni a piccoli vanno imputati come responsabilità alle scelte non felici dei loro genitori e non di chi sta agendo per ripristinare un minimo di civiltà, dignità e rispetto delle condizioni minime in quel centro abitato;

2 – se gli adulti non vogliono soffrire e infliggere alla propria famiglia i danni materiali e morali che tutti immaginiamo, la domanda è semplice: perché non hanno preso a calci Hamas impiccando o consegnando agli israeliani i responsabili degli eccidi d’ottobre? In Occidente sono state vissute diverse rivoluzioni a partire da quella inglese del Seicento, quindi la francese e così via. In tutte queste rivoluzioni il popolo ha letteralmente “inforcato” una parte della società portandola senza mezzi termini al patibolo. Si può sapere perché le genti di Gaza non sanno (o vogliono fare) quest’opera di pulizia sociale? Nel caso non se la sentano o abbiano maturato un livello di reattività adeguato, è corretto che soffrano le pene del loro non agire. In tutto questo sia le famiglie, sia i figli, minori o no che siano, pagano lo scotto della manca scelta.

Chiarito il concetto e con tali premesse sulla questione dei bimbi di Gaza non c’è più nulla da dire.

Tutto il resto con annesso vittimismo è pubblicità di una parte contro l’altra quindi da prendere in scarsa considerazione. Hamas fa largo uso di pubblicità, l’importante e non cascarci assegnando le responsabilità a chi le ha.