Spese di pubblicità, il ritorno, tempi e metodiche

Spese di pubblicità. Tutte le aziende investono su questa tema, ma pochi hanno fatto un piano di ritorno. Significa capire quando spendere, quanto, dove e in che tempi attendersi una risposta positiva. Qui cascano tutti i più bei e articolati progetti. Infatti per comprendere se un piano pubblicitario è valido o no serve questa risposta.

Tanto per cominciare la pubblicità va inserita in un piano di marketing. Non si fa pubblicità quando capita, ma seguendo delle metodiche precise. Non si fa pubblicità quando “se ne ha voglia” (ribadisco il concetto) ci sono delle finestre. La finestra per stabilire quando è sano avviare una campagna pubblicitaria la indica la TAM. Stiamo parlando della tendenza annua mobile. In excel ci pone in confronto il fatturato, mese per mese, con i singoli mesi degli ultimi 3 anni. Ottenute 3 diverse linee si procederà con una di sintesi (la media).

Grazie alla curva di TAM si può iniziare a discutere quando è corretto fare pubblicità. Ad esempio non si fa nulla nei mesi di picco del fatturato. Neppure nelle posizioni di flessione più acute. E’ saggio lanciare una pubblicità nella posizione mediana di risalita della curva. Questo per cercare di prolungare o alzare il punto di picco che sappiamo comunque esserci.

La porzione di tempo collocata tra il punto di metà della curva ascenderne e il picco, indica IL TEMPO. Significa che ci attendiamo una risposta positiva in quel lasso di tempo e non oltre. Certo possiamo aspettarci risposte anche 30 gg oltre il punto di picco. Certamente per dare un valore alla pubblicità sostenuta dall’azienda, serve un metodo. Quanto qui descritto è una proposta operativa.

Il guaio è che solitamente le imprese fanno pubblicità, ma non considerano questi aspetti. Inoltre quanto si dovrebbe spendere? Le spese commerciali dovrebbero ammontare al 4% del fatturato. Quelle di pubblicità sono una parte delle spese commerciali complessive, solitamente un decimo. Ciò non toglie che l’azienda voglia investire per sostenere uno sforzo. Va bene, basti che l’imprenditore sia cosciente che così facendo è entrato nell’area di rischio.

Concludendo, chi vende pubblicità, ad oggi, questi argomenti non li conosce. Peccato.