Quelli che si scandalizzano sono sempre globalizzati e di sinistra

Quelli che si scandalizzano in riferimento alla Catalogna e alle recenti elezioni austriache come tedesche, sono di sinistra. Perchè questa gente grida allo scandalo nella riorganizzazione della reazione alla globalizzazione? C’è una presunzione di certezza nella gente globalizzata d’essere dalla parte del “giusto”. Però è solo una pretesa. Come tutte le pretese trova il tempo che capita.

La globalizzazione, oltre a non aver mantenuto i patti e promesse di ricchezza verso l’Occidente, chiude il confronto. E’ un fenomeno già esaminato in queste pagine di riflessione. Affermare liberamente la propria idea, significa essere bollati come razzisti, omofobi etc.. Questa tecnica per zittire la gente è chiaro che non funziona. La pretesa della globalizzazione è anche quella di gestire la democrazia. Si tratta di un controsenso. Vedi in questi giorni la richiesta del voto di fiducia sulla legge di bilancio 2018 in Italia.

Quelli che si scandalizzano non ammettono un sereno dibattito sull’immigrazione. Balle l’evento epocale! L’immigrazione è solo NON gestita dal Governo. Quando necessario si chiudono le frontiere e finisce il problema. Chi emigra sistemi i loro paesi anzichè intasare le altre Nazioni.

Non è finita, l’elenco è lungo. Quelli che si scandalizzano pretendono che una regione geografica possa votare la secessione dallo Stato. Questo è possibile. La Costituzione spagnola rende possibile la secessione a patto che il voto sia nazionale e non locale. Cosa c’è di scandaloso in questo?

I soggetti che si scandalizzano pongono sullo stesso piano una patologia del comportamento alle persone normali. Per la precisione l’omosessualità è una malattia del comportamento con effetti sessuali. Voler a tutti i costi equiparare un malato a un normale è una forzatura elettorale. Perchè non scatenare pari passione per i malati di tumore, Parkinson, leucemia etc? Anche la noia è una malattia e colpisce spesso chi si agita per non fare nulla. La foto di copertina all’articolo è dedicata al muro (che tale non è ) tra Stati Uniti e Messico. La foto nell’articolo è per la morte delle idee.