Robert Conquest rappresenta un eminente storico britannico specializzato sull’Unione Sovietica. Fortunatamente Conquest, pur avendo studiato a fondo il comunismo, non è comunista: che piacere!

Un anti comunista, che spiega la storia dell’Unione Sovietica con dovizia di particolati, rappresenta un sano atto di cultura.

Leggendo il libro IL SECOLO DELLE IDEE ASSASSINE colpisce come Robert Conquest elenchi nome per nome una gran massa di agenti russi o traditori.

Il riferimento è a una quantità importante di gente che, in mala fede, si è schierata a favore del comunismo, pur sapendo cosa accadeva oltre cortina. Perché così tante persone hanno tradito le idee e gli ideali dell’Occidente?

Qui si apre una parentesi “grande come una casa” che l’autore non risolve, cita soltanto. E’ il lettore che dovrà trarne le dovute conseguenze morali e politiche.

Una cosa è però certa. Preso atto della devianza politica e della cattiva fede di troppa gente, è necessario alzare un muro di protezione. Il riferimento, in “era Trump”, ovviamente coglie in pieno la mala fede della sinistra.

Possiamo pensare a una sinistra e un comunismo che sia oggi immune dagli eventi che caratterizzano la storia moderna della Cina e dell’URSS con annessi massacri? Anche questa domanda non trova risposta nel testo.

Quanto incide il peso della storia e i milioni di morti nella considerazione di un’idea politica? Non è stato forse reso impronunciabile il fascino, in Italia per 300mila caduti in guerra? Quale contabilità assolve i 25 milioni di morti cinesi e 33 della Russia comunista dalla squalifica dell’idea politica del comunismo?

Robert Conquest non suggerisce, anche su questo aspetto, alcuna presa di posizione, offre solo implacabile la contabilità del fallimento di un’idea politica.

Si comprende, da queste prime battute, come il libro sia dedicato a chi pensa. IL SECOLO DELLE IDEE ASSASSINE non è un testo di mera lettura quanto di acuta riflessione.