Ode funebre – approfondimento nella disperazione del vuoto. Appunti di riflessione su richiesta.

Ode funebre – approfondimento nasce da una richiesta espressa da più persone. Il concetto “è semplice”. Come gestire la disperazione da un fatto drammatico della vita come la sua fine, quando non “ha logica”? Detto in termini più diretti: quando non si capisce il senso di ciò che accade, che si fa? La morte non motivata non si accetta e comprende quando coglie un giovane NON malato, neppure tossico o morto in un incidente. Come s’accetta la morte in casi non “giustificati”? Sopratutto come si elabora la perdita per poterla accettare?

E’ bene partire dal presupposto che non tutto della vita ha una risposta. Molti fatti dell’esistenza umana, certamente i più importanti, non hanno un perchè; accadono e basta.

Prendendo spunto dalla non naturale morte di Anna, l’ode funebre – approfondimento propone una bozza di risposta.

Di fronte a quello che non si capisce, ci sono solo 2 risposte. Chi crede in Dio può “vedere” l’eternità e l’immenso dello spirito che prosegue a vivere. Alternativo a Dio c’è il vuoto, la vita che si spegne dopodiché il nulla. Non sono in grado d’affermare che “la ragione” sia dell’uno e non dell’altro. La logica, di fronte alla morte cede la sua funzione, non serve più. Ciò non vuol dire affatto però che possiamo essere latitanti. Ecco il punto! Si è certamente disperati e orfani della logica innanzi ai grandi temi della vita. Depressi e paralizzati no!

Questo è forse il punto di frizione difficile da porre nella realtà quotidiana. In pratica si tratta d’accettare la NON logica restando comunque vogliosi di vivere.

Perdere una figlia è drammatico, ma non giustificativo per ridurre la propria personale quota di voglia di vivere. Il concetto è che serve vivere di più per vendicare la perdita di un caro. Vivere affermando-riaffermando la forza della vita sulla morte. Riempire i vuoti che si creano con altre quote di vita. Ancora e poi ancora, quindi ancora nel rispetto e amore di chi non è più con noi perchè non ce l’ha fatta.