Marketing aziendale lezione 1 di sensibilizzazione al prodotto.

Marketing aziendale è un corso pensato appositamente per un’azienda e non altre. Significa concentrarsi su quel prodotto, mercato e persone che rappresentano l’azienda. Non si tratta più di discutere di “marketing”, il che è appassionate per chi ama la materia. In questo caso vanno sfoltite le 864 pagine del testo Marketing e Management di Philip Kotler prelevando solo quanto necessario. Si tratta ovviamente di un azzardo, ma a quanto pare necessario! Lo studio reale e proficuo del marketing (il testo del Kotler per iniziare) richiede 5 anni. Le aziende se mettono a disposizione 16 o 24 come 35 ore è già tanto! L’arte del docente, in un corso di marketing aziendale, è nella sintesi che attua.

Nello specifico di questa formazione, il comparto merceologico dell’azienda è quello cosmetico nel dettaglio profumi. Cosa si può spiegare a un prodotto che potrebbe essere facilmente considerato di lusso?

La prima riflessione per aprire un ragionamento di marketing è sulla tipologia del prodotto.

Nello specifico stiamo parlando di un bene che è elastico o inelastico?

Mi spiego meglio ed entro nel concetto di ELASTICITA’ (un incubo per tutti gli studenti di economia).

Ecco che il corso di marketing aziendale assume la sua vera natura interdisciplinare. Vuol dire che dovremo prendere aspetti di microeconomia, macro, sociologia dei consumi e psicologia. Non si tratta ovviamente di rendere più difficile il compito che ci aspetta, ma definirne i contorni.

Passiamo al concreto. Per elasticità il riferimento è alla sensibilità del bene al prezzo. In realtà la curva di domanda dipende da diversi fattori che sono il reddito, la presenza di beni succedanei o complementari. Qui per semplificare, ma non molto, ci riferiamo al solo prezzo. La domanda ora diventa: nel caso il prezzo dovesse salire, di quanto scenderebbe la quantità di bene venduta? Ovviamente al contrario: nel caso il prezzo scendesse, quanti prodotti in più andremmo a vendere? Fin qui è tutto logico, ma dimenticandosi un particolare importante. Questo dettaglio di non poco conto è il CONSUMO ESIBIZIONISTICO. ARGOMENTO CHE NON AFFRONTEREI SE NON FOSSI IN PRESENZA DI UN BENE DI LUSSO.

Con il concetto del consumo esibizionistico, il quadro si complica perchè entrano nel ragionamento Vera Zolberg e Pierre Bourdieu. Si tratta di autori recenti, specialisti di sociologia dei consumi, la cui conoscenza aiuta nel capire il comportamento al consumo delle persone.

Ovviamente dobbiamo proseguire nel distinguere tra un bene elastico e non elastico.

IL BENE ELASTICO è quello che reagisce in modo PIU’ CHE PROPORZIONALE al variare del prezzo. Al contrario quello inelastico varia MENO che proporzionalmente al prezzo. Vediamo un caso concreto: il costo della benzina. Al crescere del prezzo, il calo dei consumi è meno che proporzionale perchè (purtroppo) “non se ne può fare a meno”. Quindi il carburante è un bene inelastico. Al contrario, il consumo al ristorante, ad esempio, è molto elastico! Al crescere del prezzo del conto del ristorante, cala il numero dei coperti nel locale. Nel caso non ci fossero variazioni +/- che proporzionali se al crescere di 1 euro il prodotto cala di 1 un’unità si parla di elasticità pari a 1 (unitaria).

Quanto appena spiegato pare che sia un concetto limitato agli studenti universitari. E’ vero, “appare”, ma in realtà non lo è. Cosa accade se dovessimo alzare il prezzo del profumo?

Le foto qui esposte riguardano un bene di lusso che è inelastico.