La Cina e la sua drammatica frattura sociale al collasso
La Cina è sull’orlo di un importante collasso sociale. Lo sanno tutti, ma nessuno vuole ammetterlo. La storia è la stessa della crisi subprime. Un segreto che poi ovviamente è scoppiato in faccia al mondo intero. Perchè la Cina sta per spaccarsi? E’ così logico e semplice! Il paese comunista, seguendo l’invito del Segretario di Stato, Henry Kissinger, ha adottato un modello economico capitalistico. Nel 1973 quando la proposta fu formulata era ugualmente un azzardo come lo è ancora oggi. Però la Cina, negli anni Cinquanta, aveva appena subito una carestia con 25 milioni di morti. Il punto allora fu di cambiare per sopravvivere.
Oggi la Cina non soffre più la fame. Bene! Soffre d’instabilità sociale e quindi politica. Vuol dire che il modello di sviluppo adottato dai cinesi ha retto esportando all’estero. Entrando nel WTO a novembre del 2001 la Cina si è presentata al mondo (tenuta per mano dagli americani). In pratica si può affermare che la globalizzazione sia stata lanciata a novembre 2001.
La Cina ha così prodotto per il mondo intero. Una dittatura comunista adottando il sistema industriale capitalista, lavorando per i mercati esteri ha funzionato. Bell’esperimento.
Alla luce dell’importante inversione di tendenza mondiale, il paese asiatico non può più proseguire nel produrre per gli altri. Al contrario deve iniziare a produrre per se stesso. E’ qui che inizia il collasso sociale cinese.
Produrre per il mercato interno, introduce la differenza di classe. Pare tornati alle analisi marxiste degli anni Settanta. L’affermazione delle classi sociali spacca il comunismo. Già esiste una categoria di ricchi pari a 200 milioni di persone su 1,3 miliardi di cinesi. Probabilmente la misura sociale potrebbe essere colma. Con queste indicazioni pensare alla Cina come un prossimo collasso sociale non è difficile. Come? Chi ricorda la piazza Tienanmen?