Kultur come concetto squisitamente tedesco nel senso di spontaneità e verità. Un atteggiamento contrapposto a quello formale e vuoto della civiltà.

Sono ragionamenti che sono stati già esplorati nei precedenti studi qui pubblicati su Norbert Elias e il suo libro LA CIVILTA’ DELLE BUONE MANIERE.

Il cuore del sistema libro prende forma nel testo di Elias tra pagina 113 e 147 all’altezza del paragrafo 6 del primo capitolo.

Per Federico il Grande alla corte tedesca, la tragedia classica francese rappresenta il modello di comportamento. Quel modo con cui vorrebbe vedere i suoi cortigiani. Ovviamente una visione estremamente formale.

Perfettamente al contrario, la nascente classe borghese tedesca, frammentata tra troppi e piccoli staterelli, si pone in antitesi alla corte tedesca. Si mettono in moto, in questo modo, due differenti tendenze opposte non comunicanti tra loro. La Corte e la borghesia.

Stupisce osservare nella Germania di allora, così frammentata in piccoli stati come Federico il Grande non si accorga di nulla o ritenga insignificanti le nuove tendenze.

In effetti il “sentirsi tedeschi” ovvero veri anzichè finti e formali come a Corte e quindi in Francia, cela una forte ambizione a partecipare restandone esclusi.

L’integrale complessa storia d’amore respinto tra classe borghese e quella nobile in Germania forgia il “carattere tedesco”. Concetti questi noti rifacendosi a Goethe (in Gotz e Werther) e a Lessing in scritti del 1759.

A differenza con la Francia, i migliori della classe borghese NON sono stati ricevuti a Corte. Solo Goethe ha rappresentato un caso isolato del resto in una Corte minore e povera tra le molti di Germania.

Mentre la kultur tedesca è disseminata in molte aree geografiche diverse, in Francia si trova concentrata nella sola città di Parigi. Tra francesi colti è la COMUNICAZIONE VERBALE il mezzo espressivo preferito quando per i tedeschi è il LIBRO.

La kultur tedesca non è ancora, tra la fine del Settecento e l’inzio dell’Ottocento, un movimento politico. Nulla di politico c’è nei tormenti di Schiller, Lessing, Goethe e di Sophie de la Roche.

Fine prima parte.

L’idea culturale di un tedesco franco e reale è qui riprodotta in un manifesto di guerra.