Il virtuale, ovvero tutto ciò che è inesistente, fallace e non reale, veramente giustifica un nuovo mondo, quel Rinascimento che dovrebbe cambiare la nostra vita?

Giulio Tremonti in televisione ha confrontato questi anni al Cinquecento con la scoperta dell’America. L’America d’oggi, con i suoi immensi spazi sarebbe l’uso/abuso del Web. Certo, che se lo afferma il prof. Tremonti, il ragionamento va almeno considerato. Nonostante ciò si fa una grande fatica nel ritenere reale il virtuale. Mi spiego meglio.

Internet funziona finché tutto va bene, ma possiamo ipotizzare e costruire “un futuro” sulla fiduciosa credenza che tutto sia sempre efficiente, funzionante e regolare?

La tecnica di comunicazione virtuale fu inventata dai militari per mantenere efficienti le comunicazioni in un ambiente contaminato da radiazioni nucleari. Quindi in una delle peggiori situazioni, internet serve a mantenere efficiente la linea di comando (detta C3, comando-controllo-comunicazioni). Questa specifica militare non è estendibile al virtuale commerciale che usiamo noi tutti. Il nostro internet (che amo definire virtuale, ovvero inconsistente) è assimilabile a un interruttore: basta spegnere per far scomparire il tutto. Un pensiero similare è riferito alla qualità di vita di chi vive in questo momento in Ucraina, la parte esposta dalla guerra, non necessariamente sul fronte. In quella parte dell’Ucraina dal 2022 non c’è più nulla di virtuale, è tutto terribilmente reale. Qualcosa d’analogo è per la città di Gaza che si è auto-inflitta la fame e morte non volendo restituire gli ostaggi israeliani. In quel contesto non c’è nulla di virtuale ed è quindi un mondo reale.

Si noti come il virtuale funziona finché tutto è correttamente in linea. Possiamo affidare al virtuale il nostro futuro?

Con premesse di questo tipo, certamente proseguiamo ad utilizzare il Web finché lo abbiamo, ma non gli diamo il nostro conto corrente bancario! Non c’affidiamo alla moneta elettronica (che presenta 2 problematiche, porta le banche a bilanci record grazie alle commissioni e rappresenta una clamorosa invasione di campo fiscale nel nostro privato).

Chi si può affidare all’inconsistente internet. E questo sarebbe un Rinascimento?