Draghi e il suo punto debole che gli deriva dalla mentalità di banchiere, è quello di considerare la moneta qualcosa che si stampa. Per questo personaggio il denaro non è collegato alla quantità di PIL prodotta in un anno in una Nazione, ma qualcosa che si stampa se necessario. E quanto accaduto nel 2015 per salvare l’Italia dal fallimento per eccesso d’indebitamento sul PIL con la prima operazione QE nella Ue (Quantitative easing).

Il QE è un’operazione d’ingegneria finanziaria pensata e attuata dalla FED per uscire dalla crisi subprime del 2009. Consiste nell’inondare il mercato di tanta di quella liquidità da spegnere ogni incendio. La stampa del denaro non è più collegata al PIL con effetti indubbiamente inflazionistici. Infatti gli Usa viaggiano su un’inflazione del 6% (dati del 2021).

Il Draghi ha preso pari pari dalla Fed la procedura e ha stampato 80 miliardi/mese dal 2015 fino al 2018 portando di fatto l’Italia fuori dalla crisi di fallimento.

Ovviamente il pensiero Draghi non è limitato alla stampa di carta moneta sganciata dalla produzione di ricchezza. Il banchiere, conscio delle complicazioni inflattive della procedura QE, distingue tra spesa “buona” (per investimenti) da quella cattiva (per ordinaria funzionalità).

Il concetto è valido.,

E’ valido se si considera il fattore tempo.

La spesa “buona” è quella che si sviluppa nell’arco dell’anno ed è confrontabile con il mancato PIL prodotto al suo posto.

Ecco il punto debole dell’intero impianto Draghi; il fattore tempo.

Indubbiamente Draghi e il tempo è una variabile che il Presidente del Consiglio non eletto da nessuno conosce perfettamente, ma tiene per se. E’ anche giusto che un Capo di gabinetto abbia parti del suo agire riservate.

A questo punto e considerata la soglia di rischio svelata a tutti, non resta che avere o no fiducia nel personaggio.

Ci si può fidare di un personaggio che non risponde a nessuno del suo operato e quindi non eletto dalla Nazione?

La crisi