Arrivare ad oltre i 90anni rappresenta una lotta contro gli acciacchi, in pratica un’agonia lenta e dolorosa restando attaccati disperatamente all’ultimo briciolo di vita; ne vale la pena? Mi mette paura questa prospettiva di dolore e vecchiaia.

A tavola una persona a me cara, una giovinetta di 60anni, porta avanti questo ragionamento in presenza d’altri coetanei. Lui Colonello carrista dell’esercito americano, lei farmacista alla soglia della pensione dopo 45 anni d’onorato servizio.

La fonte che cita la “giovinetta” è un articolo di giornale non specificato, ma autorevole dove si segnala il grande incremento di popolazione ultranovantenne in Italia a partire dal 2000.

La domanda che ci si pone è: vale la pena vivere così tanto per restare assediati dalle malattie e disabilità? Ovviamente la “giovinetta” inizia ad entrare in depressione (dando per scontato d’arrivare oltre i 90 anni!!!).

In questo contesto ho dovuto assumere il ruolo di sociologo impegnato nella ricerca sociale. Vuol dire dare un contenuto dimensionale alle affermazioni fatte.

Punto primo: quanti sono gli italiani residenti?

Due: quanti gli ultranovantenni?

Infine: quanti anziani in questa coorte sono da ritenere disabili?

Per rispondere si ricorre all’ISTAT, l’Istituto di Statistica italiano.

Oggi la popolazione vivente oltre i 90 anni d’età conta 841.670 unità su un totale d’italiani residenti pari a 58.850.000 il che vuol dire il 2% della popolazione nazionale.

Ecco il riferimento che emerge dalla ricerca: http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=42869

Sempre grazie all’ISTAT il numero dei disabili italiani, incidenti in tutte le coorti sono 3.800.000 (dato arrotondato) ovvero il 6,46% dei cittadini.

Ipotizzando (è un’approssimazione) che la netta maggioranza dei disabili abbia un’età dai 75 anni in poi (che ISTAT conta in 7.058.775) la possibilità di soffrire nell’indipendenza di movimento è pari al 54%. Arrotondando il dato perchè, non tutti i disabili hanno più di 75 anni ipotizzare il 50% (4 per cento in meno) indica un ottimo livello d’approssimazione.

Se il 2% d’italiani hanno più di 90 anni, la metà sarà certamente disabile se non di più.

Arrivare a questo ragionamento ha rilassato tutti. Questa è statistica sociale.