Storia sociale della guerra: Bisanzio. Tratto dal testo: Storia sociale della guerra – Richard A. Preston e Sydney F. Wise

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Riepilogo del capitolo 4 del libro Storia sociale della guerra. Bisanzio: la tecnica della sopravvivenza. 

L’Impero romano cadde anche per un eccesso d’immigrazione. Accadde nel 376 d.C. ad Adrianopoli (attuale Bulgaria) con la popolazione barbara d’origine gota. Giunti sul Danubio i Goti chiesero ospitalità e rifugio a Roma. Gli venne accordata, ma furono troppi. Talmente tanti che una parte restò oltre il Danubio. I campi profughi non sufficienti, lasciarono che i minori fossero abbandonati. Schiacciati da quest’orda di profughi Goti, i romani iniziarono il trasferimento nell’interno sotto scorta. Il malcontento dei Goti, per come furono trattati, dilagò tra loro e quelli ancora da traghettare. Non solo si saldò a quanti già presenti come immigrati nelle terre balcaniche di Roma. La somma del malessere dei Goti portò alla rivolta, saccheggio e incendio di tutte le ville romane. I servi e contadini Goti, in servizio nelle case romane da anni, chiamarono alla lotta i nuovi Goti appena immigrati in una selvaggia rivendicazione contro i romani. Fu la fine.

Fortunatamente, nel 330 d.C. Costantino fondò Costantinopoli creando l’Impero Romano d’Oriente. Al volgere della fine dell’Impero Romano d’Occidente, quello d’Oriente trovò la sua primavera. Solitamente e a torto, la storia dei 700 anni di Bisanzio è poco meditata nei nostri programmi scolastici. Le figure cardine di Bisanzio furono:

  • Costantino il fondatore di Costantinopoli;
  • Diocleziano che realizzò lo Stato centralizzato bizantino;
  • Giustiziano capace d’espandere all’Egitto e alla Siria l’Impero;
  • Maurizio che consolidò l’impero fermandolo per i successivi 500 anni.

Ci sono quindi, nell’impero di Bisanzio, 200 anni di forte ascesa (il 400 e il 500 d.C) a cui seguirono 500 anni di stasi e la fine (nel 1071 battaglia di Manzicerta) contro i turchi. Nel 1300 il Sacro Romano Impero d’Oriente scomparirà del tutto.

Bisanzio fu ricca grazie agli intensi scambi commerciali tra l’Estremo oriente e l’Occidente. Il punto di forza furono sia i traffici marittimi sia l’industria.

Militarmente si dovette difendere sia dalle orde barbariche a nord che dalla pressione persiana e araba a sud.

La forza militare di Bisanzio fu la flotta, l’esercito e le fortificazioni. Tutti al top per quell’epoca. La flotta utilizzò imbarcazioni innovative nel desing e il fuoco bagnato o fuoco greco (ancora misterioso). L’esercito si basò su arcieri a cavallo e una duplice linea di fortificazioni ai confini. Certamente la piccola consistenza dell’esercito bizantino ottenne grandi conquiste. Fu liberata dai barbari e valorizzata l’Italia del sud e centrale, quindi l’Egitto e la Siria dai persiani. Piccoli contingenti militari, pesantemente armati e appoggiati dalla flotta, travolsero ogni resistenza. Venezia, Amalfi e Bari furono importanti porti d’approdo delle navi bizantine.

Per evitare che l’esercito potesse cadere nell’influenza personale del suo generale, come l’esperienza di Roma insegna, a Bisanzio fu l’imperatore a concedere i gradi e le terre al congedo. In effetti il meccanismo d’assegnazione delle terre ai reduci, fu un successo rispetto ai tumulti accaduti nella storia romana su questo aspetto.

Sul piano dell’organizzazione territoriale, Bisanzio creò dei distretti chiamati “temi”. Queste aree di confine ebbero lo scopo d’impegnare il nemico (orde barbariche) in attesa dell’arrivo dell’esercito effettivo a lunga ferma. Nei temi, i terreni vennero affidati ai reduci, che garantirono nuove leve alla forza armata. Questo sistema funzionò. La sua efficienza fu dovuta anche a una duplice serie di forti a protezione del confine. L’ingegneria militare si confermò un ulteriore punto di forza di bizantini. Forti e mura restarono espressione di potenza bizantina fino all’avvento della polvere da sparo.

Ciò che mise in difficoltà Bisanzio, fu l’espansione fanatica dell’Islam a partire dal 632 in poi. Nella successione di 2 guerre, alla fine l’Egitto e la Siria, nel 641 accettarono loro stessi gli arabi, facendosi invadere. In realtà ci furono dissapori tra la Chiesa cattolica di Bisanzio e gli stessi cattolici siriani ed egiziani.

Questo fatto “fraticida” è curioso. Non solo l’Egitto e la Siria si consegnano agli islamici, ma anche le crociate furono condotte “colpendo” Bisanzio. In pratica c’è stato un volersi far del male da soli a beneficio dell’Islam. Il mondo arabo, aggirando la potenza sul mare bizantina, giunse in Spagna e Francia, per essere fermato finalmente nella battaglia di Tours del 732. Quando Bisanzio non ci sarà più, lo stesso Islam nel 1529 giunse ad assediare Vienna.

Chi colpì definitivamente Bisanzio furono i turchi nella battaglia di Manzicerta del 1071.

Serve ancora una riflessione sull’esercito bizantino. S’accentuò la tendenza a lasciare la fanteria per la cavalleria. L’invincibilità di Bisanzio fu dovuta sopratutto a quest’aspetto. Ben 3 linee compatte di cavalieri arcieri bizantini, pesantemente armati, contro la linea singola di cavalieri arabi; non ci fu storia. Bisanzio stravinse su tutti i fronti con minori forze. Uomini che la stessa Bisanzio volle curare lanciando il primo pronto soccorso della storia. La penuria di uomini fidati portò i bizantini a essere sensibili verso i feriti. Infatti con la perdita della Siria e dell’Egitto, iniziò a scarseggiare una buona leva di mare e la flotta ne soffrì.

Con la battaglia di Casilino (l’odierna Capua) nel 554 i bizantini distrussero facilmente i franchi. L’Italia centrale fu così liberata dai barbari. In realtà le conseguenze di Casilino furono più significative per l’intera storia. Subita la pesante sconfitta, i franchi impararono la lezione. Ciò portò i barbari del nord Europa a intensificare la cavalleria in luogo della fanteria. Nacque in questo modo la figura del cavaliere che fu centrale nel Medio Evo. A ruota seguì il feudalesimo.