Trasformazione del testo scritto in un successivo discorso. Vuol dire che una comunicazione orale verso il pubblico, solitamente da parte di un’azienda, nasce sempre da un testo scritto approvato dall’autorità o di chi ne è deputato alla definitiva approvazione. Con un testo scritto e approvato si può procedere al “discorso”.

Gia qui sorgono dei problemi.

Molto ma molto frequentemente, chi scrive non lo fa nelle forme corrette il che vuol dire che non legge.

La lettura, per personale direttivo o con responsabilità, riguarda normalmente 2-3 libri mese. Solitamente le persone è già tanto se leggono 3 libri all’anno! Le conseguenze sono degli scritti particolarmente lacunosi. I difetti dello scritto da chi ha perso l’attitudine a spiegarsi in forma adeguata, sono:

  • ripetizioni della stessa parola;
  • uso di termini d’attesa del tipo: diciamo, infatti, quindi, dunque, ovvero;
  • un’estremo utilizzo, forzato e quasi disperato, di terminologia straniera in luogo di quella nazionale;
  • la totale assenza d’apostrofi tra 2 vocali;
  • la personalizzazione del testo nel senso che si scrive in prima persona (io, io penso, io ritengo) anzichè smetterla di credere che il mondo abbia le stesse idee aprendosi al dibattito più ampio. E’ molto diffusa la pretesa che tutti debbano condividere le opinioni di chi in quel momento sta scrivendo; questa è arroganza!

Ripulito il testo scritto da questi errori mortali e ottenuto il benestare da parte dell’autorità, si può procedere con il discorso. Quanto appena elencato è “mortale” perchè contrae lo spessore della personalità di chi ha scritto agli occhi del lettore. Il pensiero più bello viene automaticamente ridotto nella sua importanza dalla presenza di una scrittura imperfetta e incapace di spiegarsi in forme adeguate.

La trasformazione del testo in discorso prevede che il comunicatore NON LEGGA IL COMUNICATO, ma lo interpreti. Ciò non vuol dire affatto essere un attore che recita la parte, ma aver capito un ragionamento e saperlo esporre.

Ragionamenti abitualmente affrontati nei  corsi di “comunicazione”.