Quanta devianza o diversità è tollerabile nella società organizzata? Si tratta di studi che sono stati incautamente abbandonati, dalla Sociologia negli anni Settanta.

In seguito al conflitto vietnamita, con la caduta del modello di società di Parsons, in Occidente, la dottrina si è concentrata sulle minoranze anzichè la collettività. Fu una scelta anti-sistema sull’onda dell’autunno caldo.

Sono quindi 50anni che la sociologia ha perso lo studio della crescita e sviluppo sociale per dedicarsi al diverso, alle minoranze e al deviante. Anzi, lo stesso deviante è stato volutamente incorporato, nel corpo sociale, come soggetto “originale”.

Il riferimento smarcato è sull’omosessualità. Da patologia inscritta nell’elenco delle malattie dalle autorità sanitarie e così considerata da 50mila anni, improvvisamente, dalla mattina alla sera, diventa una scelta possibile tra le tante.

E’ smarcata l’artificiosità di una scelta che trasforma una malattia in una opzione possibile. Quante cose si fanno per avere qualche voto in più in politica!

Detto ciò resta un problema di fondo: la società, come una famiglia, richiede COMPATTEZZA. In presenza di un compatto sistema di amore e convivenza, si può fare beneficienza e tollerare la diversità.

Tutto ciò è possibile a patto che l’originale-diverso sia quantitativamente molto di meno rispetto ai componenti della famiglia-società.

Nel caso questo equilibrio, semplicemente numerico, viene meno, la società entra in crisi. E’ accaduto a El Paso e in tutti gli Stati Uniti. Sta accadendo dal 1991 in Italia con l’immigrazione e l’acritica accettazione di ogni immigrato.

Entrato in crisi il sistema sociale emerge con maggiore impotanza la disaffezione al voto, l’evasione fiscale, la non adeguatezza del sistema scolastico, l’aumento dei divorzi.

In Italia si divorzia al 42% mentre negli Usa al 45%.

Il quanta devianza è tollerabile per una società che vuole crescere, s’impone come riflessione nel superamento del concetto “globalizzazione”, ormai obsoleto perchè ha portato povertà in Occidente.

La società statunitense è più compatta rispetto quelle europee costituendo in questo modo il vero scrigno della democrazia. Ci sono però segni di frattura nel senso che le minoranze non integrate sono troppe.

Ci sono troppe gang giovanili ispaniche e nere che affliggono le città. Il numero degli ispanici che non si integra è eccessivo e il livello di neri nelle carceri preoccupante.

Questi sono certamente problemi americani che gli europei e gli italiani non sono capaci neppure di domandarsi. Ad esempio, possiamo tollerare un direttore del personale dichiaratamente omosessuale?

Non è finita: possiamo tollerare un insegnante omosessuale che tale si dichiara davanti agli studenti piegando la dottrina ai suoi scopi di mente malata? E’ il caso di un docente presso l’Università Statale di Milano che verrà qui approfondito.

Quanta devianza è tollerabile in una società che vuole crescere?

Ovviamente per svilupparsi serve compattezza sociale altrimenti ci si perde per strada come hanno fatto gli italiani. Nell’immagine di copertina si ha uno spaccato della società americana negli anni 1940-1945 che precedono al grande sviluppo di ricchezza nel periodo Cinquanta-Duemila.

Un Paese ricco e forte risponde a una Nazione integrata (se ha immigrati) e compatta. L’Italia non è ne l’uno ne l’altro. L’America è sicuramente integrata sulle vecchie generazioni, meno nell’attualità (dal 2000).

Dal 2000 negli Usa si stanno affacciando cenni di minore compattezza sociale per eccesso d’immigrazione e ridotta educazione verso le minoranze.

Tutti problemi risolvibili con determinazione, quella che tradizionalmente manca ai democratici che sono più permissivi rispetto ai repubblicani.