M5 stelle rappresenta un movimento populista italiano nato da poco il cui futuro è altamente incerto. Non è questa la sede per discutere del futuro di qualcosa che oggi c’è e sul futuro non v’è certezza.

Quanto lascia molto perplessi, osservando l’Italia dall’esterno, è l’alto livello di populismo forcaiolo che il Paese ha raggiunto.

Ad esempio l’aver confuso il concetto di RISPARMIO con l’EFFICIENZA DELLA DEMOCRAZIA è un fatto grave.

Prima della legge votata in parlamento ieri (8 ottobre 2019) ogni 100mila abitanti avevamo un rappresentante al Parlamento. Oggi ogni 150mila cittadini c’è un delegato parlamentare. Questo fatto esprime maggiore o minore democrazia?

La voluta confusione tra efficienza dello Stato con minori costi e la riduzione delle quote di democrazia nazionali, esprime un partito che non ha argomenti.

In effetti il cosiddetto movimento 5 stelle non sa che dire sbandando da un reddito di cittadinanza alla contrazione dei parlamentari.

Può un M5 restare alla guida del Paese dopo i disastri nella gestione della città di Roma e le difficoltà di Torino oltre a quanto “ha fatto” al Governo?

La risposta è insita nello sgonfiamento elettorale del M5 e quindi nel suo declino.

Detto ciò resta il problema di un Paese che facilmente si fa confondere in un populismo “del mazzo a tre carte”.

Com’è possibile non aver distinto il concetto di risparmio da quello di salvaguardia della democrazia? Bastava votare la riduzione di un terzo degli stipendi dei parlamentari per ottenere lo stesso risparmio!

Ovviamente il M5 e nessun altro si è mai sognato di pensare alla contrazione degli emolumenti mensili dei parlamentari.

Pare, ma sul dato non ho affatto certezza, che un parlamentare guadagni solo 30mila euro al mese. Molto di più di un magistrato che nei primi anni porta a casa solo 7mila euro.

Sarebbero questo gli stipendi per risparmiare sui costi dello Stato?