Evviva i dazi come strumento di tutela della civiltà: ma non si può dire.

Evviva i dazi quando ristabiliscono un equilibrio tra costi nelle diverse civiltà del lavoro. Mi spiego. Oggi abbiamo una Cina senza alcuna e minima protezione sociale del lavoro che vende a prezzi sottocosto. All’opposto della dittatura comunista cinese c’è l’Occidente dove il lavoro è tutelato (forse troppo). Ne conseguono costi del prodotto diversi. E’ meglio comprare “made in China” a costi bassi e assenza di cultura quindi di rispetto del lavoro o in opposto “made in Occidente” nel rispetto del nostro modo di vivere?

Il nostro modo di vivere, al netto di ogni critica, comporta sicurezza sociale, indennità di disoccupazione etc. Sarà anche criticale il sistema sociale che abbiamo in Occidente ma certamente è il NOSTRO modo di vivere. Un sistema che piace tanto a 10 milioni di immigrati quanti sono in Italia: 5 regolarizzati e 5 a piede libero, ma clandestini.

Nessuna lezione d’economia internazionale nelle nostre università VUOLE considerare il costo sociale del prezzo di una merce. Tutti si limitano al prezzo netto, nudo e crudo, in una comparazione semplice tra prodotti. Perchè il mondo accademico è così superficiale?

Certamente le università non possono produrre pensiero nuovo che non sia “istituzionale” ovvero già detto e accettato. Resta il fatto che sui dazi (come su altri aspetti) c’è “un mondo” ancora da capire e inesplorato. Evviva i dazi resta comunque l’atteggiamento di fondo di questa rubrica che non vuole appiattirsi al “dicono tutti così” nello stile del mondo globalizzato.

Evviva i dazi non esprime un senso da “bastian contrario”. Invece vuole considerare quello che nessuno mette “sul piatto”, tanto meno chi dovrebbe insegnare ECONOMIA INTERNAZIONALE.

La globalizzazione ha fallito la sua missione perchè ha cercato di massificare tutto e tutti. Questo è sbagliato. Le 9 civiltà che ci sono nel mondo, vogliono proseguire a conservare le rispettive individualità, senza consumare tutti gli stessi prodotti.