Dossier Russia. Quant’è difficile il mercato russo!

Dossier Russia, studiando il mercato russo. Il taglio della ricerca è specifico, in questo caso, sul mercato articoli di pulizia. Questa ricerca ha creato fastidio. Peccato. In giro ci sono molte persone che ragionano su dogmi. Al contrario i dossier paese qui pubblicati sono ragionamenti. Non ci sono simpatie o antipatie. Quanto scoperto è posto al servizio delle imprese. Anche se si firmano accordi di collaborazione non vuol dire non ci siano rischi! Ecco la profonda differenza di vedute tra questa ricerca e il dettato ufficiale. Il Dossier Russia si offre così alla genuina valutazione del lettore.
La Russia si presenta con più ombre che luci. I passaggi strategici che sono:
a) quanto vale il mercato;
b) la concorrenza;
c) le prospettive a medio e lungo periodo;
d) come trovare partner;
e) come trovare un distributore affidabile; 
f) costi di trasporto assurdi e metodiche di trasferimento della merce.

 

Primo punto: quanto vale il mercato
In assenza di dati certi, la tedesca Kerkel stima il mercato russo per 250 milioni di euro sul materiale di pulizia. La stessa ditta stima il mercato ucraino in 50 milioni. Questa incertezza è strutturale in Russia. Non c’è alcuna certezza a partire sia dai sistemi di rilevamento statistici, sia nel suo ordinamento politico, economico e giuridico.

Secondo punto: la concorrenza
Nel campo delle macchine per le pulizie, non c’è nessun costruttore in Russia. E’ presente solo una piccola produzione di aspirapolvere. Sicuramente protezionista la Russia, cambia tutto quando non ha produzione necessitando di know how. Ecco la chiave d’ingresso sui mercati dell’est europeo. Ecco come subito il concetto di concorrenza si modifica a seconda del settore. In linea di massima in Russia sono molto attivi polacchi e tedeschi. Ciò non esclude assolutamente di potersi trovare il proprio spazio.

E’ interessante fare dei paragoni. In India moltissimi settori dell’area del pulito sono coperti da produttori nazionali. Aziende che godono d’ampia protezione da parte del governo. Un operatore europeo è in difficoltà nell’entrare in India se non con una joint venture. Problematiche diverse si presentano in Cina dove il “copyright” è totale. Ciò comporta un vantaggio al produttore locale, decisamente più tutelato dall’ordinamento giuridico cinese. Anche in Russia attenzione alle joint venture! I russi tutelano giuridicamente i loro imprenditori a discapito degli occidentali. E’ lo stesso in Ucraina. 

Terzo punto: le prospettive del mercato russo
La Russia gode di un mercato in espansione? In realtà il mercato russo è eternamente potenzialmente espansivo.  

Quarto punto: dov’è il partner?
Sul dove e come trovare il partner in Russia, ci sono 2 tesi opposte valide. La prima è partire e cercare in loco. Il secondo è più rapido, ma dispendioso. Si tratta di passare attraverso le camere di commercio italo-tedesche o polacca. Il prezzo per l’assistenza è di 7000-12mila euro. 

Quinto punto: il distributore
Il produttore in Russia non cerca un partner, quanto un distributore locale. Come già accennato in alti dossier Paese, attenzione alla litigiosità locale. Un nervosismo molto alto, decisamente strumentale. L’effetto è che l’imprenditore occidentale si trova alle prese con vicende giudiziarie scatenate dal socio. L’apparato giudiziale locale è sempre schierato nella difesa di chi è residente. Come cautelarsi? Non esiste una formula magica. Sicuramente la prima delle due scelte qui indicate per trovare un partner è la più sicura.  

Sesto punto: costi di trasporto assurdi   

Il trasporto e i dazi sono la delizia della Russia. 
Attualmente si transita tramite le Repubbliche Baltiche e la Finlandia per evitare i dazi. I costi sono nell’ordine dei 100 dollari per inviare un paccho di 10 kg. 

Perché la Russia non parla?
Redigere questo dossier, rispetto tutti gli altri già pubblicati, è stato molto difficile. Il motivo risiede nel silenzio che contraddistingue gli organi ufficiali d’informazione. Un silenzio rivolto sia alle imprese, sia agli organi di stampa. I russi non amano parlare! 

Per iniziare a capire le potenzialità della Russia ci si è affidati alle fonti dell’ISSA a Chicago. Quindi il tutto è stato rinviato sull’Ufficio Olandese che si è trovato in difficoltà. L’Afidamp, nonostante ben 2 fiere,“naviga a vista”. Il Consolato Russo di Milano in 2 mesi è stato incapace di rispondere. Il telefono del Consolato suona sempre a vuoto o perennemente occupato. In questo silenzio c’è anche la camera di commercio italo-russa. Non ha trovato il tempo per collaborare.

Non sono da meno le NON risposte avute da 49 imprese russe di distribuzione dei prodotti di pulizia. Tutte interpellate, una per una, ma incapaci di relazionare (rispondere a delle domande). In pratica si tratta di una nuova riedizione della cortina di ferro. 

In questo mare di “non so” si affiancano anche alcune imprese italiane. Si tratta di aziende che prima ancora di sentire che cosa si vuole, rispondono non ci interessa (caso Alberti International).

Le informazioni qui presentate sono state ottenute da interviste gentilmente concesse da alcuni operatori italiani già presenti sul mercato Russo. Dalle Camere di Commercio italo-tedesca a Milano e quella polacca di Varsavia, che si sono confermate effettivamente di primo ordine. 

Il motivo per cui “la Russia non parla” è che non è stato ancora raggiunto un livello di maturità imprenditoriale. In Russia o si entra pesantemente appoggiati e protetti, grazie a un accordo con altre imprese (vedi tedeschi e polacchi). In caso contrario, umilmente, bisogna investire tempo e denaro per risolvere in proprio ogni necessità. Il tutto restando in una soglia inusuale di diffidenza e prudenza rispetto ad altri mercati che crescono.

Conclusione
L’industria ha bisogno di mercati in crescita che non sono certamente quelli occidentali. Avventurarsi nei nuovi mercati è quindi un obbligo. La Russia, al netto di tutte le sue eccessive limitazioni, resta un’area importante. Non si può trascurare il mercato russo, come verrebbe spontaneo.