Daft Richard L. è l’autore di un fortunato testo universitario dal titolo Organizzazione Aziendale.

Tredici capitoli per 481 che diventano complessivamente 548 con i riferimenti.

Ogni studente universitario del mondo ha avuto a che fare con questo testo.

In realtà, uno studio attento d’Organizzazione Aziendale si dovrebbe basare su due testi; quello che manca ha per titolo “Gestione delle risorse umane”.

Non si vuole qui indicare un testo e un autore nella gestione delle risorse umane al posto di un’altro, solo indicarne l’assenza.

Questo “non esserci” che rende l’esame d’organizzazione aziendale obiettivamente incompleto.

Più specificamente sul testo di Daft ci sono molti/troppi passaggi d’enfasi verso le società che usano linee gerarchiche orizzontali.

Daft reclamizza un modello d’impresa dove i dipendenti sono tutti sullo stesso piano, aperti e collaborativi verso le sorti dell’azienda sul mercato.

A parte il fatto che il 90% delle realtà d’impresa è strutturato su modelli di organigramma funzionali o a matrice quindi divisionale, dove l’organizzazione orizzontale non è prevista, ma c’è dell’altro.

Ciao che Daft non dice è che la mitizzazione dell’organizzazione orizzontale va connessa alla tipologia di cultura che esiste in quella certa area del mondo.

Come noto nel pianeta Terra abbiamo 9 culture diverse di cui una sola è quella Occidentale dove si spendono 6.500 euro o dollari all’anno per studente.

Un investimento così imponente per singolo studente, sviluppato solo in Occidente è qui che consente “il lusso” e gli alti costi dell’org. orizzontale.

Visione mitica e fantascientifica, quella orizzontale, che non si adatta quando l’investimento formativo è pari a 20 $/anno in Africa.

Neppure è fattibile quando in Asia (escluso il Giappone) la spesa per studente è di 50 dollari all’anno.

Peccato che Daft perda concetti così profondi, ma c’è dell’altro che affonda definitivamente il testo in uso.

La pandemia da polmonite cinese modifica il concetto di lavoro, dal tutti appassionatamente insieme, al distacco voluto e cercato.

Non più loft con uffici aperti, ma chiusi e compartimentati.

E’ una rivoluzione, quella da virus cinese, che molti apprezzano chiudendo la globalizzazione e un libro che l’ha cavalcata sui miti di quell’era.

Addio Daft, sei stato sopportato perchè troppo “scendiletto” nei confronti delle idee del momento, privo di senso critico.

la nuova era post globalizzazione con la fine della Cina comunista e un nuovo inizio.