Produttività italiana in crescita (è una buona notizia) che tende al +3,6% (notizia commentata dal quotidiano Sole 24 Ore l’11 giugno 2023 a pagina 5 articolo dal titolo “Confindustria: Manifattura a rischio competitività“) peccato però che la Germania, nello stesso periodo, salga del 40%.

Ovviamente, in queste condizioni la competitività italiana non solo è a rischio, ma scompare dal mercato internazionale per eccesso di costo!

Cos’è la produttività? ci possono essere molte risposte e tutte particolarmente complesse. Per essere, al contrario molto, ma molto pratico, serve dividere il fatturato voce A1 del Conto Economico (non l’intero valore della produzione, che include troppe voci) per il numero dei dipendenti.

Quest’importo va commisurato con il costo industriale del dipendente in osservazione/studio (che s’ottiene dall’Ufficio paghe).

Per l’industria italiana il prodotto realizzato dall’operaio o dipendente che sia, dev’essere 7-8 volte maggiore rispetto al costo industriale.

ESEMPIO: tizio ha un costo industriale di 33mila euro. Perchè si possa parlare di produttività in linea con le aspettative, si moltiplica il costo industriale per 7,5 e si confronta con la divisione del fatturato per i dipendenti.

Partendo da questa correlazione di base e calcolando gli scostamenti in più/meno anno per anno, s’ottiene quel +3,6% di cui si è già accennato; il bello sarebbe discutere del 40% tedesco in più rispetto a quello italiano.

Toccando un tema ancor più scottante, da chi dipende la produttività?

Qui entrano in causa due protagonisti:

  • l’imprenditore che organizza;
  • il dipendente che applica verificando eventuali errori;
  • l’imprenditore ancora e nuovamente che verifica, interviene, corregge indirizzando e formando.

Come si nota il Capo dell’impresa interviene su 2 piani su questo tema: per concettualizzare e successivamente valutare-quantificare-formare-modificare.

Si può affermare che la produttività rappresenta la pagella dell’imprenditore.

Però gli imprenditori vanno aiutati.

Solitamente la formazione viene devoluta ai dipendenti dell’imprenditore, ma molto raramente al Capo dell’impresa che ne avrebbe un gran bisogno per poter meglio dirigere la Sua creatura: l’azienda, punto di civiltà dell’Era Moderna.