Ora è possibile capire perchè l’Occidente è incapace d’esprimere un giudizio verso le altre culture.

Un fatto che in particolare riguarda l’invasione da immigrazione clandestina, che caratterizza questi ultimi anni.

Anni al ritmo di 1,3 milioni di persone importate solo in Italia. Ad oggi sono 10 milioni.

Abbiamo smesso d’avere idee su argomenti sui quali batterci rifugiandosi nei valori sui quali non discutere.

 

Louis Dumont, capitolo 7, i valori e le idee. Il capitolo finale del testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO

L’ultimo capitolo del libro SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO è certamente il più complesso. Il titolo completo è: Il valore nei moderni e negli altri.

L’intera riflessione parte da una considerazione di fondo. Per gli antichi il mondo era compatto. Il Bene una sola dimensione. Il giusto e lo sbagliato identificabili. Nell’epoca contemporanea è invece cambiato tutto. Non esiste più nulla di compatto. Sul bene o il male c’è tanto da discutere. Il giusto e lo sbagliato sono relativizzati. Prima c’era Dio, oggi, tolta la D resta solo IO. L’individualità è il vero punto di riferimento. Fin qui siamo ancora nella superficialità del concetto. 

Approfondendo emerge come al posto delle idee sono giunti i VALORI. Il valore è una relativizzazione del concetto. Prima l’idea era assoluta. Oggi l’idea è relativa quindi si chiama valore. Riflettendo ancor di più, prima avevamo un bene su un lato di un fiume che si contrapponeva a un male. Oggi ci sono i valori. Esiste un valore per il “fiume, riva destra”. Esiste però anche un valore per la riva sinistra dello stesso fiume. Il concetto di VALORI rappresenta quindi lo scadere delle idee. Non solo, ma ha permesso all’antropologia un grande vantaggio! Quello di poter discutere delle altre culture senza doversi schierare. In pratica è venuto meno il confronto con l’Occidente. Le donne non hanno gli stessi diritti? pazienza. Da quelle parti sono cannibali? va bene così. Si sposano a 16 anni e per scelta dei genitori: sono fatti loro! Il valore, al posto delle idee, ha relativizzato ogni cosa.

La grandezza di Louis Dumont è tutta qui: la capacità di sintesi. Ovviamente una sintesi pagata a caro prezzo!

Il capitolo inizia facendo cenno a Radcliffe-Brown, un antropologo inglese, che ha saputo aprire alla sociologia francese. Il mezzo di comunicazione tra le due culture è stato l’olismo. Quindi gli inglesi, attraverso l’olismo riescono a recepire la sociologia che allora era squisitamente francese. Ci troviamo nei primi anni del Novecento. In quel periodo, mentre la cultura e la filosofia ruotavano intorno all’individuo, (la vera novità del nuovo secolo) l’antropologia era ancora centrata sui valori sociali. Lalande Maurice Blondel scriveva che il prevalere di una filosofia del valore caratterizza il periodo contemporaneo. Succeduto a una filosofia moderna della conoscenza. Quindi a una filosofia antica e medioevale dell’essere. Per Platone l’essere supremo era il Bene. Non vi era divergenza tra il Bene, il Vero e il Bello, tuttavia era supremo il Bene. (citazione. pag. 263) da Dumont – SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO.

La relativizzazione delle idee, ovvero tradotte in valore, conduce alla FILOSOFIA DELLA DISPERAZIONE (come Dumont definisce quella di Nietzsche)

Nel 1961 uno studioso americano, Francis Hsu contesta l’elencazione dei valori cercando una gerarchia. In questo si avvicina a Louis Dumont. Hsu introduce quindi 2 punti di vista nuovi:

  • il bisogno di un valore di riferimento. In questo opterà per il self-reliance (fare affidamento su se stessi)
  • l’importanza tra valori diversi in senso gerarchico. Al primo posto i valori concettuali. Al secondo quelli operativi.

Su questa riflessione partecipa un altro ricercatore statunitense con un grande successo iniziale; Clyde Kluckhohn. Purtroppo a tanta fortuna iniziale seguirà un immeritato oblio. Kluckhohn cercò dei valori comuni a 5 culture diverse. Si dovette rendere conto che NON è possibile andare oltre le sole 2 culture. Questo perchè dove trovare dei valori di riferimento? Chi ha ragione e torto? la Carta del Progetto di Harvard riuscì comunque a fissare 3 principi:

  • i valori sono essenziali per la compattezza sociale (concetto non condiviso da tutti)
  • affiancati ai valori dovrebbero esserci delle idee/credenze minime;
  • nei valori c’è una gerarchia. (si ricorda come la gerarchia sia per Louis Dumont sia molto importante)

A capire che l’integrità del mondo si è disintegrata fu per primo Kant. Dumont scrive: l’idea che il destino dell’uomo non abbia relazione alcuna con la natura delle cose (..) appare bizzarra, aberrante, incomprensibile. (..) La società moderna vuole essere “razionale”, intendendo con questo che essa si distacca dalla natura per instaurare un ordine umano autonomo. (citazione pagina 273 del testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO). Il passaggio dalle idee ai valori qui apre un nuovo fronte. L’UOMO E’ SOLO. L’UOMO NON LASCIA TRACCIA DELLA SUA ESISTENZA. CERTO C’E’ LA STORIA CHE CI RICORDA MA IN REALTA’ IL MONDO VA AVANTI PER CONTO SUO. POTREMMO ANCHE SCOMPARIRE DALLA FACCIA DELLA TERRA. E’ SCIOCCO PENSARE CHE LA NATURA DIPENDA DA NOI. Con riflessioni di questo tipo si ribalta un modo di ragionare che vede l’uomo protagonista assoluto su tutto. 

Ragionamenti di questo tipo sono apparentemente teorici e troppo culturali.

In realtà questi pensieri ci spiegano tanti aspetti del nostro comportamento. In particolare la conflittualità e litigiosità di coppia.

Perchè in Occidente siamo una massa “D’INCAZZATI SOCIALI”? (termine tecnico per definire persone troppo nervose con tutto e tutti).

Da dove emerge l’incapacità della massa a pensare, leggere, studiare, capire ed essere migliori come già fu negli anni Cinquanta e Sessanta? Cos’è accaduto che ha portato l’Occidente a declinare nella sensibilità intellettuale blindandosi dietro la sola tecnologia? Ci illudiamo che il livello tecnologico sia cultura ma così non è. Louis Dumont ci sta spiegando il perchè.

IL RIASSUNTO PROSEGUE SU ALTRO TESTO BARRATO 2