Modernità e postmoderno, un aspetto che è stato discusso oggi a lezione e che merita un approfondimento sintetico.
E’ moderno colui che, animato da personali punti di vista, converge su valori collettivi condivisi quali famiglia, lavoro, Patria, Occidente (per Occidente s’intende un assetto culturale, tra i 9 del pianeta Terra, che ritiene uguali donne e uomini ed altri valori d’espressione come religiosi e politici. Gli altri assetti culturali del pianeta non condividono l’equiparazione donna-uomo e rappresentano il 90% degli abitanti della Terra! Speriamo d’aver ragione noi, occidentali, che contiamo solo il 10%). La modernità si coagula intorno allo Stato, la comunità, l’identificazione culturale.
Al contrario è postmoderna quella personalità che, animata da personali punti di vista, NON è assolutamente preoccupata di convergere verso nulla e nessuno, assurgendosi quale punto di riferimento unico ed inimitabile. Gente che sembrano delle maschere di carnevale in altri periodi rispetto febbraio, vestiti in forme così volutamente assurde e in totale contro-tendenza. Sono soggetti che ricercano, spesso in forme patologiche, un esasperato individualismo confermando che la sostanza non è l’idea, ma l’atteggiamento.
In quest’ultimo contesto si forma quell’ignoranza che non corrisponde all’analfabeta, ma trascura appositamente le fonti. L’individualismo esasperato post moderno non legge, quindi non conoscere le fonti del pensiero considerando se stessi come l’origine del punto di vista (solitamente la frase di sintesi è “io penso che…”). Al contrario il moderno conosce le fonti, le interpreta adattandole al contingente quindi esprime un ragionamento compiuto e documentato.
Quand’è che si è formata la mentalità postmoderna? A partire dalle contestazioni del 1968 e quindi la contro cultura degli anni Settanta, è in quel tempo che si sono piantate le basi del pensiero post moderno che è fiorito in epoca globalizzata: 2001-2022.
Un forte impulso a tutto ciò è stato dato dall’iper consumo e annessa superficialità. Con le crisi petrolifere del 1973 e 1978 la grande impresa, spesso multinazionale, si è dovuta trasformare in piccole srl per servire le nicchie di mercato. Spaccando il consumo di massa in tanti sotto contesti, i consumatori si sono cercati e agglomerati in micro segmenti considerandosi “unici e identificabili”. Questo movimento dal grande al particolare ha favorito, sul piano filosofico e concettuale, il postmoderno quindi lo spaccare l’unità sociale.
Concludendo: come sta evolvendo il mondo?
Da un’estremismo di conformismo modernista (fino al 1968) ad un pari estremismo postmoderno (fino al 2022), tramite l’imminente terza grande depressione (in grado d’azzerare la ricchezza di tutti a livello di sopravvivenza) è possibile prevedere un mondo che ritorni ad un livello moderno ed equilibrato.
Modernità e postmoderno, un argomento sempre attuale.
L’immagine di copertina ricorda come in pieno Settecento, il luddismo si pose il problema di cosa fosse sano per la società: la meccanizzazione del lavoro o l’artigianato?