Il prigioniero da Parkinson indica una Teoria per la cura delle malattie del sistema nervoso e in particolare il Parkinson estendibile anche all’Alzheimer.
La premessa della Teoria osserva che le persone sono costituite essenzialmente da 2 componenti:
- la parte emotiva quindi nervosa (qui sono i nervi che ricevono le informazioni e le trasmettono alla mente per essere interpretate)
- la componente intellettiva o cognitiva. Si agisce per ragionamento e con fondati motivi.
La netta prevalenza della prima componente del carattere delle persone le espone a un sistematico sovraeccitamento del sistema nervoso che nei decenni porta al collasso del sistema nervoso quindi alle sue tipiche patologie, non ultimo il Parkinson e l’Alzheimer.
Ovviamente esistono versioni giovanili delle patologie nervose che potrebbero inficiare questa Teoria, ma la loro presenza non demolisce il concetto nella sua interezza. Abbiamo certamente, ad esempio, casi d’obesità giovanile, ma questo non vuol dire che non possiamo confermato quanto l’adulto, abusando di zucchero nel corso della vita, favorisca il diabete o fumare avvicini al tumore ai polmoni.
Preso atto delle versioni giovanili delle patologie del sistema nervoso, è necessario sviluppare una diagnosi specifica per quest’area della problematica senza che ciò demolisca l’edificio principale appena enunciato.
La Teoria Il prigioniero da Parkinson allo stadio attuale, sta studiando l’incidenza della patologia sul sistema nervoso degli adulti e in particolare quelli in avanzata età, successiva ai 60 anni.
Nei prossimi anni s’apriranno altre 2 aree di studio:
- la componente d’adulti affetta da Parkinson-Alzheimer sotto i 60 anni;
- l’insorgenza della patologia nei casi giovanili.
Tornando al tema principale, il consiglio che emerge da queste righe è semplice: affrontare e gestire l’esistenza con il minor dispendio possibile del sistema nervoso usando il più possibile quello cognitivo.
E’ chiaro che aspetti della vita come l’amore e il sesso sono parti del comportamento che rientrano nella sfera emotiva e non in quella cognitiva. In tutto ciò potrebbe apparire un controsenso quanto scritto precedentemente, in altri studi qui pubblicati, nell’aperto invito alla sessualità in età matura e ciò che è stato appena annotato. Ovviamente non c’è nessuna contraddizione.
Il richiamo ad evitare d’usare il sistema emotivo, vale in particolare per la vita lavorativa, dove in assenza di cultura le persone usano il sistema nervoso: è lì che si danneggia il corpo!