Il dazio è utile e correttamente applicato quando il differenziale di costo di produzione è assurdo nella sua diversità. Entrando nel dettaglio, la Cina comunista paga i suoi lavatori (che sono anche contenti) 5 dollari all’ora. In italia i lavoratori sono pagati 26 euro all’ora (e sono scontenti). In Germania il costo del lavoro è di 32 euro all’ora.

Com’è possibile importare dalla Cina comunista con un differenziale di costo del lavoro così diverso?

La domanda non è perchè è stato elevato il dazio, ma come mai non sia stato applicato prima d’oggi.

Il bene di una Nazione è il lavoro. Spiegato meglio, la ricchezza del Paese deriva dal numero di retribuzioni pagate e dal livello di spesa che i consumatori raggiungono (in sintesi si parla di prodotto interno lordo, il PIL).

Alla domanda chi sia più ricco tra Italia e Cina comunista, la risposta si trova nel PIL pro capite.

La Cina comunista ha un PIL pro capite di 12mila dollari, l’Italia quasi 40mila (poco meno) e la Svizzera (che è nell’Europa, ma non nell’Unione) di 99mila dollari.

Si diffondono questi dati per ricordare che il mondo è fatto di 205 Stati e che l’Italia è al 7° posto per produzione di ricchezza: sono concetti poco diffusi.

Tornando al dazio e alla necessità della sua applicazione, emerge facilmente il bisogno di pareggiare i prezzi di vendita dei prodotti tra chi paga 5 dollari all’ora e chi 26 euro/ora.

In questo modo s’uccide la globalizzazione? SI, ed era ora!

L’era globalizzata ha funzionato con il prezzo più basso nella scelta del fornitore. Oggi si sceglie non chi costa di meno, ma chi lavora meglio. Benvenuti in una nuova era di nazionalizzazione dei mercati e d’accordi bilaterali, rispetto a quelli “oceanici” che non hanno concluso nulla.

Il dazio apre a una nuova era dove non c’è posto per l’unione europea (la parte politica indica solo un fallimento, sperando di salvarne gli aspetti economici) e un forte ridimensionamento dell’ONU dopo gli scivoloni verso il terrorismo che ha subito commentando la crisi medio-orientale. Per quanto riguarda il tribunale internazionale è ancora in piedi?

E’ la crisi per inutilità, d’ogni organizzazione sovranazionale.

Si rende omaggio al giornale americano “The New York Times” per la meravigliosa grafica qui riprodotta.