William Jennings Bryan fu il delegato del partito “dei contadini” (detti silveriti) per il Nebraska alla convenzione di Chicago dell’8 giugno 1896.

Va ricordato che come nel mondo e in particolare negli Stati Uniti ci fu la rivoluzione industriale, questa fu accompagnata e sorretta anche dalla rivoluzione agricola. Purtroppo entrambe le rivoluzioni ebbero due esiti divergenti. Mentre quella industriale proseguì arricchendosi, quella agricola no. La ricchezza che i contadini poterono estrarre dal loro lavoro fu sempre più assottigliato fino a condurre spesso sul lastrico milioni di fattorie.

I contadini dovettero vendere il loro prodotto ai prezzi fissati in Gran Bretagna comprando a costi soggetti a dazi. Tradotto compravano sementi e strumenti ad altro costo vendendo a bassi prezzi; un meccanismo che li stritolò.

Purtroppo il governo fu assolutamente distaccato dai problemi dei suoi contadini e particolarmente vicino al mondo della finanza e industriale; una scelta di campo che alienò (ancor oggi) le simpatie degli americani del centro della Nazione verso il governo centrale.

In questo infelice disinteresse istituzionale e intorno alla questione se mantenere come corso legale in termini di moneta sia l’argento sia l’oro o solo quest’ultimo (vicenda nota nella storia come “questione monetaria”) William Bryan, alla convenzione di Chicago esordì con queste parole: non veniamo come aggressori, la nostra non è una guerra di conquista, combattiamo in difesa delle nostre case, delle nostre famiglie, della posterità. Abbiamo fatto petizioni e siamo stati derisi; abbiamo implorato e le nostre implorazioni non sono state prese in considerazione; abbiamo scongiurato e ci hanno schernito quando è sopravvenuta la nostra disgrazia. Non scongiuriamo più, non imploriamo più, non chiediamo più nulla. Li sfidiamo!

Il testo del discorso è tratto da pagina 371 del testo Storia degli Stati Uniti di Allan Nevins e Henry Steele Commager, edito da Einaudi.

William Bryan entrò, con quelle parole nella storia e condusse la più bella e accanita campagna elettorale presidenziale della storia degli Stati Uniti senza vincere contro William McKinley che entrò alla Casa Bianca con il 51% e 271 voti presidenziali.