Sganciarsi dall’influenza nel fare/non fare, dire/non dire, o pensare come gli altri riconquistando un ragionamento autonomo, pulito, personale e forse originale è il motivo per cui queste righe sono scritte.

La globalizzazione ama che tutti consumino gli stessi strumenti (cellulare + computer portatile), quindi sentano il bisogno di bere la stessa brodaglia di caffè (Starbucks) o che usino auto elettriche perchè è “figo” senza sapere che hanno un’autonomia reale di 200 km. La standardizzazione del consumatore è motivo di risparmi nella produzione.

Riconquistare la libertà di scelta e d’espressione sarebbe un trionfo della personalità riprendendosi la propria capacità di decidere senza forzature. Le parole appena espresse sono così semplici e dirette eppure non sono applicate da nessuno. Proseguiamo a guardare la televisione e quindi anche la RAI che, nonostante il canone pagato, mette anche la pubblicità. Il discorso s’estende ad altri canali particolarmente monotoni come Netflix e similari, che non solo vengono pagati, ma tocca anche tollerare la pubblicità.

Quindi dovremmo spegnere la pubblicità? si. 

Senza se e ma, togliere o ridimensionare potentemente la pubblicità porta ad un mondo più pulito.

Gli ecologisti sono scatenati contro il progresso, ma la pubblicità non è progresso bensì inquinamento.

Le previsioni di voto come sono concepite e sbandierate in questa elezione presidenziale statunitense sono pubblicità, di reale non hanno nulla se non la veste con la quale vengono presentate. Un sondaggio in città (che gode di redditi medio-alti) indica la Harris vincente, poi ci si sposta nei sobborghi e in campagna dove vince il Presidente Donald Trump. Certamente la densità abitativa è più forte (quindi il numero di voti) è maggiore in città rispetto alla periferica, ma qui c’è un problema che conosce solo chi vive in America.

La periferia urbana, quella che vota per Donald Trump, non si trova solo in campagna, ma si colloca nelle immediate vicinanze del centro urbano. Ci sono migliaia di chilometri di villette, una a fianco all’altra che s’estendono dalle città verso l’esterno: anche quelle sono periferie! Capite che la previsione di voto se non considera questi passaggi è sbagliata?

Tanto vince Donald Trump.