The Prisoner of Parkinson è una Teoria che non ha sviluppo perchè non piace sia a chi cura sia a chi dev’essere curato. La Teoria non è gradita per un motivo semplice; ci si chiede, prima di tutto, la fonte, l’origine del male; su questo punto i pazienti si sentono colpiti e infastiditi.
Da dove proviene la malattia?
Il medico non si pone il problema associando alla patologia il necessario apporto farmacologico e/o chirurgico. Tutto finisce in quest’abbinamento come se fosse battaglia navale attendendo che il farmaco abbia effetto.
Nel momento invece, che ci chiediamo il come e il perchè della malattia (quando possibile) emergono le responsabilità individuali che nessun paziente vuole affrontare.
Il “quando possibile” indica una precisazione necessaria. Il raffreddore si prende perchè ci si è esposti al freddo o per contagio, cosi la febbre. Altri eventi accadono semplicemente perchè la vita è fatta così. In linea di massima un male arriva al paziente perchè ha vissuto, semplicemente è esistito e quindi non c’è una diretta spiegazione; va accettato il fatto di potersi ammalare insito nell’esistenza umana.
Ci sono però dei casi sui quali riflettere che sono:
- il fumatore incallito è esposto al tumore ai polmoni. Non è detto che s’ammali ma è molto probabile;
- chi mangia in grande quantità e per necessità d’appagamento nervoso, ingrassa e diventa obeso!
- ingurgitare notevoli quantità di zucchero espone al diabete
- e così via….
- La Teoria nota come Il Prigioniero da Parkinson, semplicemente correla la sovreccitazione ed esposizione nervosa sistematicamente applicata e prolungata per molti anni come decenni al logoramento del sistema nervoso, producendo a sua volta, tick nervosi, depressione, stanchezza, Parkinson e Alzheimer. Ovviamente ciò non è matematico, ma la causa favorisce l’evento.
Quando andiamo ad indagare sulle motivazioni della sovraesposizione nervosa del paziente sorgono i problemi. Ad esempio, un cambio frequente o una numerosa serie di relazioni affettive, nella vita sentimentale, ha necessariamente sovreccitato il sistema nervoso, le conseguenze sono note.
Il paziente non vuole essere messo in discussione, solo ricevere la formula magica per guarire.
Certamente, finché la medicina si limita all’apporto farmacologico, non è utile alla qualità di vita e la Teoria The Prisoner of Parkinson è rigettata.